Era il 4 febbraio 1995 il giorno in cui la ragazza uscì da casa sua senza fare mai più rientro. La su famiglia denunciò la scomparsa poco dopo e poi il triste epilogo che segnò, per sempre, la vita di chi conosceva bene quella bella giovane dai capelli mossi, che amava il mare e che fu “archiviata” come suicidio. I dubbi per la sua famiglia erano palesi ieri come oggi, “non si è suicidata, è stata uccisa”: dopo 28 anni, il tempo necessario per entrare in possesso del fascicolo di Manuela, le certezze non sono ancora incise nero su bianco ma per la sua famiglia si è ancora più rafforzata la fermezza che Manuela non si gettò volontariamente da una altezza di 30 metri. In questi ultimi anni il suo caso è balzato nuovamente alla cronaca, esperti e avvocati si sono rimboccati le maniche per chiarire i punti rimasti dentro a un cassetto per troppo tempo. E le sorprese non sono mancate, come una mail ricevuta da MattBert, seguito da 53 mila follower, dove emergono particolari che nessuno, se non coinvolto, poteva conoscere.
Intanto rimangono i ricordi legati alla ragazza, la voglia di non smettere di credere che, prima o poi, venga fatta luce su quella morte tragica che spense la vita a Manuela, appena 16 anni.
“Manuela era figlia del grandissimo amore tra i nostri genitori, secondogenita dopo un maschietto di appena un anno, tanto desiderata e tanto amata! Tutto l’amore si rifletteva e si fondeva in ogni cosa, la nostra stanza era una nuvola rosa, carica di pensieri e sogni, quei sogni che Manuela sperava potessero oltrepassare quei muri! E in quel minuto ambiente, che strette tra speranze e desideri che speravamo di realizzare ogni sospiro! E quel ricordo nitido, delle nostre risate incessanti, confuse tra il profumo di talco e del primo rossetto! E quello delle corse ad affacciarsi perché gli amici passavano di lì, e la speranza di raccogliere uno sguardo, e quella parola preziosa! E tra le note più dolorose il tuo pianto, la forza nel provare a strapparti una parola, lo scambio di abbracci e di battiti!
E prepararti un letto soffice dove stenderti in una tenera imbottitura, provare a darti le cose migliori. E il dolore più grande, ritrovarti in un luogo che non merita il tuo nome, non merita un fiore, nessuno merita il tuo perdono!
E il tuo letto è vuoto, ed è il dolore più grande per una madre, quel letto vuoto che non è più soffice, non è più il contenitore dei nostri sogni!
Ma per chissà quale strano incastro, il cielo, il fato, le stelle, hanno concesso tre nuovi letti pieni di sogni, dopo anni, dopo pianti, a dare ai sorrisi ancora opportunità!
Tu sei nata da un grande amore, tu sei il nostro amore, tu hai generato tanto amore” è uno dei tanti ricordi espressi dalla sua famiglia in memoria di Manuela.