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Brotzu ko 4 giorni, odissea al Policlinico: “Barelle e decine di pazienti ovunque con appena due infermieri”

di Paolo Rapeanu
26 Luglio 2024
in hinterland, zapertura

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Brotzu ko 4 giorni, odissea al Policlinico: “Barelle e decine di pazienti ovunque con appena due infermieri”

La situazione, già grave in giornate “normali”, è diventata horror sia nei quattro giorni di blackout del Brotzu sia ancora oggi, con qualche strascico legato alle attese prima di essere visitati. Il Policlinico di Monserrato è andato in crash, tra arrivi impensabili e ingestibili di pazienti e pochissimo personale disponibile in quella che si può definire come prima accoglienza, cioè la fase tra l’arrivo e il post triage. A denunciarlo è il Nursind, che parla apertamente di un “caos che dura da mesi”. E, in alcuni settori, da anni: “Il grido d’allarme e d’aiuto è stato lanciato dai sanitari, infermieri e OSS del Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche, che hanno denunciato la gravissima situazione che permane da anni, senza che gli organismi preposti a garantire la salute e la sicurezza dei pazienti e dei lavoratori siano riusciti a dare risposte e soluzioni “Siamo reduci da giornate di apocalisse totale – hanno affermato i sanitari iscritti al NurSind – nella quale è emersa tutta l’incompetenza dei responsabili preposti alla garanzia della sicurezza e della salute dei cittadini. Si è parlato ovviamente solo della chiusura temporanea dell’ospedale e relativo pronto soccorso del presidio ospedaliero del Brotzu, ma nessuno si è preoccupato del carico che ne è derivato al pronto soccorso del Policlinico. L’episodio del Brotzu è soltanto la punta dell’iceberg di una situazione emergenziale che perdura dal dicembre del 2021”.

 

 

 

 

BOARDING. Il pronto soccorso del Policlinico affronta dal 2021 una seria problematica chiamata “boarding”, ovvero lo stazionamento in barella in pronto soccorso dei pazienti che attendono un posto letto in un reparto. La permanenza può durare qualche giorno o estendersi anche per una decina di giorni e culminare nell’autodimissione del paziente, stremato dalla situazione. “I pazienti in boarding – raccontano gli infermieri – sono a totale carico del personale medico, infermieristico e Oss del pronto soccorso.  Ecco spiegate le lunghe attese per la valutazione dei nuovi accessi. Gli esempi più comuni di diagnosi dei pazienti in boarding sono polmoniti, sepsi, infezione da Covid. Al ‘boarding’ si somma la presenza di pazienti in appoggio, quindi pazienti già ricoverati nel reparto di destinazione ma ancora fisicamente stazionanti in una barella in pronto soccorso in attesa di letto libero . Il personale infermieristico e Oss del pronto soccorso ha responsabilità assistenziale anche nei confronti di questi pazienti. I pazienti – oncologici, ortopedici – stazionano in una barella, in corridoio o in ambienti non idonei a garantire confort, privacy, toilette, punto ossigeno, campanello, comodino, in balia dei rischi annessi e connessi quali tromboembolie, cadute, delirium, nel pieno disconfort. Spesso questi pazienti sono a carico di due soli infermieri che,  nel mentre, devono gestire anche gli accessi di pronto soccorso e le eventuali emergenze che si presentano, non potendo garantire così la corretta assistenza e il monitoraggio”.

 

 

 

“La direzione aziendale”,  scrivono i sanitari, “è giornalmente informata, ormai da anni e per vie rintracciabili, dal personale medico di turno, della situazione “ma tutt’ora non ha saputo gestire la vera emergenza provocata dall’insufficiente numero di posti letto disponibili, dalla carenza di personale, dalla chiusura di servizi e reparti di altri presidi ospedalieri, come l’ortopedia di Nuoro o Carbonia, Isili, San Gavino che non garantiscono la presenza di tutti gli specialisti ne della diagnostica) che costringe i pazienti a giungere alla nostra osservazione da km e km di distanza. La figura del bed manager di cui tanti parlano è inesistente nell’Aou. Nonostante questo, il personale del pronto soccorso si fa carico dei nuovi accessi, dei pazienti abbandonati dai reparti, fallendo miseramente il raggiungimento di quelli che sono i livelli minimi di assistenza ed esponendosi ad un livello di rischio elevatissimo. Nessuna strategia è stata messa in campo fino ad ora per fare fronte a questa emergenza. In 4 giorni di caos negli ospedali cagliaritani e sardi, nessuno è stato in grado di attuare una strategia che arginasse la valanga che ci ha travolti mentre eravamo già nel bel mezzo di altre emergenze”.

TUTTI I NUMERI DA SABATO 20 A MARTEDÌ 23 LUGLIO.

Gli inferimieri Nursind hanno raccolto i dati di queste giornate: “Dalle ore 20 di sabato 20/07 alle ore 15:30 del 23/07 la nostra direzione non è stata in grado di attivare una squadra di emergenza composta da personale medico, infermieristico e oss che potesse intervenire per supportare il pronto soccorso. Nessun rinforzo di personale se non la mera attivazione dei reperibili dello stesso PS, già stremati dai turni massacranti, dalle doppie notti e dai turni in prestazione aggiuntiva o straordinario per garantire la copertura dei turni durante le ferie. Nessuno della dirigenza ha avuto il coraggio di venire a vedere cosa stesse accadendo. Il pronto soccorso è un girone dantesco, abbandonato a se stesso e all’autogestione”.

I NUMERI:

Alle ore 21 del 22/07:

– PAZIENTI in attesa 47

– Infermieri in triage 2

– PAZIENTI in visita 20, di cui 6 Codice rosso

– Il primo codice azzurro attende dalle 6:45 del 22/07

– Il primo codice verde attende dalle ore 7:30 del 22/07

– 3 medici in turno, 6 infermieri (compresi triage) e 3 OSS

– 3 COVID+

– 4 appoggi ortopedia

– 7 Pazienti in boarding internistici/oncologici

– Totale pazienti in gestione in PS: 20+3+7

Ore 14 del 23/07

– Pz in attesa 40, di cui 3 Codice arancione

– 6 ambulanze ancora da registrare

– Infermieri in triage 2

 

“La situazione sopra descritta non garantisce la sicurezza dei pazienti, così come degli operatori, ne tantomeno la rilevazione tempestiva di eventuali complicanze in quanto impossibile la rivalutazione dei pazienti in attesa nei tempi dovuti e legalmente previsti. La chiusura temporanea del PS S Michele ci ha costretto inoltre a fare fronte alle urgenze pediatriche, in totale assenza di un pediatra nel nostro presidio. Alla prossima ‘emergenza’, anche se per noi non è mai finita”.

Tags: brotzuPoliclinico Di Monserratosanità
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