È polemica al Brotzu sulle nuove pompe infusionali. Preziose per la somministrazione delle terapie attraverso tubicini collegati ad aghi che entrano nelle vene dei pazienti, stando a quanto trapela peserebbero troppo e sarebbero state “bocciate”, senza appello, dai dipendenti dell’ospedale, sempre più affaticati nel dover trasportare i pazienti allettati più il macchinario. Prima erano più piccoli e bastava una semplice asta, ora invece no. A denunciare tutto è Fabio Sanna, segretario aziendale Arnast Brotzu della UilFpl i o suoi colleghi dell’Rls Stefano Trogu e Antonina Usala. C’è una lettera spedita ai vertici politici della sanità sarda e dello stesso Brotzu: “Abbiamo ricevuto diverse e preoccupanti segnalazioni da parte di lavoratori sulla questione sicurezza (lavoratore/paziente) in seguito alla aggiudicazione della procedura aperta informatizzata per la fornitura di pompe per terapia infusionali”. C’è una delibera, datata 14 marzo 2024, che conferma tutto. “Ormai è noto che la pompa infusionale è un dispositivo elettronico che permette di infondere una terapia endovenosa o enterale in maniera precisa nell’arco delle 24 ore. Successivamente a tali segnalazioni ci siamo attivati facendo una ricognizione sulle relative apparecchiature che dovrebbero entrare in uso in seguito all’autorizzazione per la fornitura in service di pompe per terapie infusionali per un periodo di cinque anni per il valore di 450mila euro, raccogliendo le varie criticità che rappresentiamo”. Eccole: “Le pompe infusionali hanno un peso di 4,5 chili contro i 500 grammi delle attuali. Ci chiediamo, nella valutazione della procedura, se sia stato valutato che molti pazienti vengono trasportati in Risonanza Magnetica o in Radiologia con il proprio letto, con a seguito la pompa infusionale? Potrebbero sorgere criticità per la movimentazione manuale di questi dispositivi, ed è stato stato valutato se il peso della portata di queste pompe venga sorretto dalla piccola asta del letto, o esiste il rischio concreto che durante il trasporto possa cadere addosso allo stesso paziente”?.
“A nostro modesto avviso”, proseguono dalla UilFpl, “questo genere di elettromedicale necessita di un asta di dimensioni specifiche per sopportare quel peso. Ma allo stesso tempo non si può pensare di utilizzare una ulteriore asta per trasportare i pazienti perché richiederebbe la presenza tre operatori. Non riusciamo a trovare personale di supporto per trasportare i pazienti, figuriamoci avere tre operatori a disposizione. Le nuove pompe infusionali prevedrebbero, come da scheda tecnica, la somministrazione dei liquidi in doppia via separatamente, peccato però che confluiscono nella parte terminale in un’unica via con il rischio di precipitazioni farmacologiche nel circuito e quindi al paziente. Ci chiediamo se sia stato valutato nella scelta della gara, e delle prove effettuate, che tale caratteristica non sia conforme alla scheda tecnica. Il direttore responsabile del rischio clinico è a conoscenza dei possibili eventi avversi per l’utilizzo di questi dispositivi” e che “sia gli infermieri che i coordinatori non sono stati coinvolti nella scelta dei dispositivi?”. Troppe criticità e dubbi, per i sindacalisti la soluzione può essere solo una: “L’Arnas Brotzu sospenda in autotutela la delibera e rivaluti i dispositivi. Inoltre, ci chiediamo se si stiano rispettando le linee guida e normativa Anac inerente il ruolo di Rup e Dec in merito al caso specifico”. Se così non dovesse essere, la UilFpl “presenterà la problematica agli organi competenti in materia di sicurezza dei lavoratori, nonché rappresentare agli organi in indirizzo il modus operandi della commissione per la valutazione della procedura”.










