Aprire il ristorante a cena? “No, la legge è legge”. È netto Maxwell Frongia, 47 anni, tra gli chef sardi più conosciuti e apprezzati. Il “papà” del Tanit, stasera, terrà il suo ristorante chiuso, sbarrato. E pazienza se ci sono altri ristoratori che “sfideranno” le regole: “Condivido in pieno le scelte dei colleghi che aprono, bravi, ma non voglio compromettere la tranquillità mia e dei miei clienti. Se chi viene non è ospite dell’hotel sarebbe multato, così come la mia attività. Il Dpcm indica che non si deve aprire dopo le diciotto, una scelta che non condivido ma so che devo attenermi alle indicazioni”, spiega Frongia, che è anche il presidente di Live Eat Carbonia. “Siamo in uno stato di diritto, la legge è legge e non possiamo non seguirla”. Altri suoi colleghi ristoratori, però, dicono di fare affidamento sulle tutele legali, cioè su avvocati pronti a difenderli in cas odi multe: “Ma le indicazioni vanno seguite a prescindere”, osserva lo chef, “è come avere l’automobile in ordine, avere la patente e indossare le cinture di sicurezza ma non avere l’assicurazione: non posso circolare. Idem per i luoghi come i ristoranti, dove la somministrazione, la sera, è vietata”.
Capitolo ristori: “Ho ricevuto il dieci per cento di quanto avevo fatturato nel mese di aprile 2019, sono molto limitati. Il Governo è meglio che calcoli gli aiuti facendo una media annuale dei corrispettivi, al netto delle retribuzioni dei dipendenti”, afferma Frongia. E, sul grande “ballo” delle aperture e chiusure a cena, rimarca: “È un rischio, la mia è un’attività di famiglia, ho dodici dipendenti e non posso compromettere loro, e me, con certe scelte. Se dovessero mettermi multe o portarmi via le licenze sarei in fortissima difficoltà”.









