“Fratelli d’Italia ha presentato una interrogazione parlamentare su quella che sembra essere una grave discriminazione contro i giornali online. A breve dovrebbe diventare operativo il cosiddetto “bonus pubblicità”, un credito d’imposta per le aziende che spendono in pubblicità sui mezzi di informazione introdotto dall’art. 57 bis del decreto legge 50 del 2017. Ma, da indiscrezioni di stampa, sembrerebbe che il decreto attuativo che sta preparando il Governo escluderà dall’agevolazione le spese effettuate dalle aziende sul web, penalizzando in questo modo le testate giornalistiche online. Sarebbe una misura ingiusta e insensata che ci auguriamo il Governo non voglia adottare”. Lo annuncia Giorgia Meloni tramite le pagine dei social network, chiedendo una pronta modifica allo stesso Governo.
“Il mondo del web sarebbe infatti completamente tagliato fuori dal bonus pubblicità: l’agevolazione introdotta dall’articolo 57-bis del decreto-legge n. 50 del 2017 per favorire il rilancio del settore editoriale” commenta Salvatore Deidda, Portavoce regionale di Fdi-An che ricorda come il movimento di Fratelli d’Italia, con il proprio consigliere regionale Paolo Truzzu, anche in Consiglio Regionale ha sempre ritenuto che le testate giornalistiche on line debbano essere aiutate e supportate e ritenute come veri strumenti di pluralismo e informazione in grado anche di garantire un’occupazione stabile e duratura. Infatti poi, da una proposta del Consigliere di Fdi-An, allora Vicepresidente della Commissione Bilancio, si arrivò ad una legge.
Come funziona? Attraverso il riconoscimento di un credito d’imposta d’imposta al 75% per le imprese e i lavoratori autonomi che investono in campagne pubblicitarie su quotidiani e periodici, emittenti TV e radio locali. Credito di imposta che arriva al 90% se a investire sono piccole e medie imprese, microimprese e start-up innovative.
Un’agevolazione importante dalla quale sarebbero esclusi gli investimenti sul web. Di conseguenza le aziende che investono sulle testate online non potranno beneficiare del contributo e saranno quindi orientate a spendere sui concorrenti cartacei. Mettendo in piedi uno scenario di concorrenza a dir poco sleale.











