Litigi continui, aumentati negli ultimi anni dopo la morte della madre. Incomprensioni, urla e una convivenza che a tanti sembrava impossibile: Giuseppe Pittalis, 55 anni, ha ucciso il fratello Giorgio, 61 anni, nel loro ovile di Bitti, al culmine dell’ennesimo litigio, colpendolo con un martello e lasciandolo in una pozza di sangue. Ha agito all’alba, dopo avere raggiunto con lui nella loro azienda dove si prendono cura di un centinaio di pecore. Sempre insieme, dalla vita casalinga a quella lavorativa: in paese raccontano che solo Giuseppe avesse la patente e che, quindi, più di una volta Giorgio restava a dormire nella loro struttura in campagna. Ma erano più le volte che condividevano la loro abitazione nel centro di Bitti. Un raptus, almeno stando anche alla ricostruzione fatta dai carabinieri: non è stato difficile unire i tasselli dell’omicidio, anche perchè Giuseppe Pittalis ha incontrato, poco dopo il delitto, il sindaco Ciccolini: “Ho ammazzato mio fratello”, queste le uniche parole che ha avuto la forza di dire. Il primo cittadino, immediatamente compresa la gravità della situazione, l’ha accompagnato in caserma. E lì, davanti al capitano della compagnia cittadina dei carabinieri Fabrizio Ricciardi, ha confessato il delitto.
Giuseppe e Giorgio erano celibi: la vittima, sino a qualche anno fa, aveva una relazione con una donna straniera. Un terzo fratello, da tempo, si è trasferito con moglie e figli a Onanì, e non si incontrava di frequente con gli altri due. E, mentre Giuseppe è molto conosciuto a Bitti per essere sempre presente ai principali eventi mondani e sociali, dal Carnevale alle partite della Bittese, Giorgio viene descritto da tutti come decisamente più riservato: diversi anche nel carattere, oltre che nelle opinioni e modi di vivere. La pista principale resta quella di una convivenza praticamente impossibile, tossica, tra i due, che ha portato al delitto. Per Pittalis l’accusa, scontata, è quella di omicidio: portato in carcere, potrebbe essere interrogato già domani. L’inchiesta è coordinata dalla procura di Nuoro e dai pm Riccardo Belfiori e Giorgio Bocciarelli. E, in una realtà dove l’ultimo omicidio, prima di oggi, risaliva al 2014, il sindaco Giuseppe Ciccolini è netto: “Nel nostro paese è calato un velo di tristezza e di sgomento, e di umana compassione per una vicenda, nella quale Giorgio è certamente la vittima ma Giuseppe, oggi, ha bisogno di tutta la nostra vicinanza. La comunità si stringe alla famiglia per questa tragedia che ha provocato così tanto dolore”.












