Arriva all’improvviso e stravolge la vita, la bipolarità: ansia e depressione “cancellano”, di punto in bianco, la tranquillità di una persona. Ed è difficile, molto difficile riuscire a convivere con una sindrome che porta a sbalzi d’umore anche molto “lunghi”. Possono passare mesi tra una fase “down” e una “up”, e nel mezzo ci sono rapporti sociali e, in generale, un’esistenza, che si sgretolano per sempre. Alessandra Angius è la madre di una ragazza affetta da bipolarità, e da un anno è alla guida della onlus “Il lato B”, che si occupa di accogliere, parlare e tutelare chi viene colpito da quella che viene definita da molti una “bestia” silenziosa: “Abbiamo sessanta iscritti, ci incontriamo ogni settimana a Quartu Sant’Elena, negli spazi sportivi che ci ha concesso, gratuitamente, l’Antonianum”. Tra le decine di “iscritti”, molti sono giovani: “Trentenni, maschi e femmine. Si sta drasticamente abbassando l’età nella quale viene diagnosticato il disturbo”, spiega la Angius, “grazie anche al sostegno del Centro di salute mentale cittadino aiutiamo le persone a comprendere meglio il problema e come fare per conviverci. Un aiuto lo garantiamo anche ai familiari dei pazienti”.
Il messaggio principale che la onlus vuole far passare è il più scontato ma, contemporaneamente, spesso il più difficile da comprendere per chi soffre di bipolarità: “Non siete soli. Purtroppo molti si auto-emarginano, escludendosi totalmente dalla vita sociale. Noi li portiamo ad uscire allo scoperto, devono essere loro i primi protagonisti. Vogliamo andare a parlare di questo disturbo anche nelle scuole, in modo da preparare i più giovani”. L’obbiettivo della presidentessa della onlus è chiaro: “Tutti devono conoscere e sapere come fare a convivere con la bipolarità”.








