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Badanti a Cagliari, non è un lavoro per sardi: “24 ore su 24 vuol dire rinunciare a vivere”

di Paolo Rapeanu
20 Gennaio 2018
in apertura3, cagliari

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Badanti a Cagliari, non è un lavoro per sardi: “24 ore su 24 vuol dire rinunciare a vivere”
Il lavoro della badante non “parla” italiano, e Cagliari non fa certo eccezione. Le richieste di assistenza quotidiana agli anziani sono molte: non tutte le famiglie, infatti, riescono a dividersi tra lavoro e cura di uno o più parenti con i capelli bianchi. Ed è proprio il nucleo familiare il perno principale dei tanti “no, grazie” che arrivano da varie lettrici di Cagliari Online. Dopo la nostra inchiesta sul tema, “Badanti, a Cagliari molte offerte di lavoro: i sardi interessati sono ancora minoranza” i commenti lasciano poco spazio alle interpretazioni. Lo stipendio da 1000 euro può anche essere “onesto”, ma “annullarsi totalmente” per lavorare è troppo.
“Per mille euro devi stare lì 24 ore su 24 e tutta la settimana, tranne forse due serate libere se va bene. E non solo devi badare all’anziano ma occuparti di tutta la casa e magari cucinare e stirare anche per i figli! Purtroppo sono lavori che ‘ancora parlano straniero’ come avete scritto nell’articolo perché ad uno straniero può convenire perché una buona parte dello stipendio lo manda al suo paese alla sua famiglia!”, scrive Naza Pistis. Stesso pensiero, quello di Francesca Feboli: “Il fatto è che devi anche cucinare per il resto della famiglia, pulire la casa, ecc. L’assistenza anziani consiste nell’occuparsi solo dell’anziano, dall’igiene alle commissioni! Portarlo a visita e a passeggio, dargli i farmaci. Non fare la zeracca”. Cecilio Sanna: “Cosa dovrebbe dire quello che lavora alti forni temperature insopportabili, eppure ci lavorano. Tanti in età giovane non si prestano a certi lavori ,certo non è lavoro per chi ha famiglia. Per questo ci pensano donne che arrivano da fuori. Noi i figli li teniamo a casa coccolati. Provvisoriamente si può fare con la speranza di un lavoro diverso”. C’è anche chi interviene forte di un’esperienza sul campo, come Michela Sarritzu: “Io l’ho fatto, ho lavorato per necessità 24\24, due sere libere. Mai più!!! La vita è una e non ha prezzo! Bellissimi tutti quei discorsi sulla voglia di lavorare bla bla bla. Le ore lavorative devono essere 8 non di più, poco da discutere!”. Per Francesca El Rio “I genitori anziani se li guardino i figli! Prima o poi toccherà a tutti! Ma star male io per i genitori anziani degli altri mai più! La schiavitù non deve esistere”. Altro commento, quello di Vitale Consuelo: “Ho cercato una badante italiana per mesi. Ma, appena sentono giorni e ore, ‘no grazie’. Purtroppo sono stata costretta a scegliere una straniera tra mille difficoltà”. Secondo Giovanni Melis “Purtroppo è uno di quei lavori che una persona soprattutto se ha famiglia non può fare, per uno straniero è un po’ più semplice”. Spassy Far: “È un lavoro dove non stacchi mai. Ci sarà sempre qualcuno della famiglia a chiederti un favore. Quindi alla fine non sei a disposizione dell’anziano ma di tutta la famiglia. Non esiste proprio. 24 su 24 non è lavoro. Questo è annullarsi del tutto, vivere per altre persone”. Sabrina Laccu è netta: “Meglio chiamare persone specializzate o che sappiano come trattare con gli anziani. Non è facile, ci sono molte improvvisate che non sanno nemmeno come mettere una persona anziana sulla sedia a rotelle”. Silvia Corda utilizza la sua personale calcolatrice: “Per i lavoratori che arrivano dall’estero lo stipendio è circa il quadruplo dei loro stipendi. È un sacrificio sicuramente fare 24 su 24, ma dopo pochi anni riescono a rientrare a casa con un bel gruzzolo e sistemarsi”. Manu Torte Urru: “Peccato che per mille euro ti chiedono di lavorare dalle 12 ore, se non tutto il giorno”.
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