Le prime consigliere donne della storia politica locale, Antonietta Lecis Vaquer e Giuseppina Mereu Mereu: 76 anni dopo, la proposta di ricordarle in occasione dell’imminente 8 marzo. Lo storico Luigi Scalas: “Di loro è rimasta soltanto il ricordo sbiadito, forse ancora nelle persone più anziane, eppure il loro nome, le loro storie dovrebbero essere raccontate nelle scuole per essere trasmessa alle nuove generazioni”. Un tuffo nel passato per capire il presente: la forza e le lotte che si sono susseguite nel secolo scorso da parte delle donne al fine di conquistare i diritti, che allora non erano per niente scontati, e che oggi sono come il “pane quotidiano”. La richiesta “ufficiale”, rivolta alle forze politiche in carica, sempre attente e ben predisposte ad accogliere iniziative e progetti messi in campo, giunge da Luigi Scalas, storico della città della ceramiche, che spiega: “L’otto marzo ricorre la giornata Internazionale della donna, anzi meglio piu precisamente dire “Dei diritti delle donne” e l’Amministrazione Comunale di Assemini dovrebbe finalmente solennizzare, ricordando in questa ricorrenza, esattamente 76 anni fa, le prime storiche Consigliere donna nella storia del Consiglio Comunale di Assemini, che furono Antonietta Lecis Vaquer, assieme a Giuseppina Mereu Mereu”. Il loro nome non è inserito nella toponomastica cittadina, infatti non c’è una piazza, né una struttura e nemmeno una stretta via a ricordare il loro nome e il loro esempio, il loro coraggio per liberare le donne da costrizioni e restrizioni tradizionali.
“Soprattutto oggi che in Consiglio Comunale sono presenti 13 donne oltre a 4 Assessori, questo potrebbe essere concretizzato per esempio, intitolando l’aula Consigliare del Comune di Assemini a queste pioniere del primo Novecento”. Un omaggio, insomma, a due protagoniste della cultura identitaria di Assemini, in occasione proprio dell’8 marzo.
“Le nostre concittadine Antonietta Lecis Vaquer e Giuseppina Mereu Mereu rappresentano concretamente il risultato dell’importanza della lotta delle donne per i diritti dell’amancipazione.
E quindi le conquiste sociali, politiche ed anche l’uguaglianza di genere che hanno reso possibile la elezione delle donne che attualmente siedono negli scanni del Consiglio Comunale.
Valori che nella prima metà del Novecento soprattutto nella Nostra Comunità e non solo, erano impensabili da poter essere realizzati.
Tuttavia loro hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco affrontando anche le critiche che in quel periodo palesemente erano anche scontate.
Furono elette nel lontano 4 luglio del 1948 e Antonietta Lecis Vaquer assunse anche la carica di Consigliere Anziano e prima che venisse eletta un altra Consigliera di sesso femminile nella nostra comunità passarono moltissimi anni, precisamente circa 40 anni.
L’elezione di una donna in seno al Consiglio Comunale in quel periodo era un evento inconsueto e questo fatto fu possibile soltanto alla fine della Seconda Guerra Mondiale e precisamente dopo il provvedimento passato alla storia come “Decreto Bonomi” del 10 Marzo del 1946, cioè quando il voto fu esteso anche alle donne.
Infatti esattamente nelle elezioni amministrative del 2 giugno del 1946, anche le donne poterono essere elette. Per esempio furono nominate in Sardegna i primi Sindaci donna, una a Borutta, Ninetta Bartoli e l’altra a Orune Margherita Sanna.
Antonietta Lecis Vaquer nacque a Decimomannu il 5 Maggio del 1900, ebbe una fanciulezza molto sfortunata, infatti il padre Francesco Antonio Lecis morì nel 1899 soltanto a 33 anni e non vide la figlia nascere, ma anche la madre Petrina Collu Vaquer morì nel 1905 a soli 27 anni di età, pertanto Antonietta divenne orfana, sia di padre che di madre, soltanto a 5 anni.
Per inquadrare nel giusto e anche nel dovuto modo, a riguardo ci sembra interessante il suo albero genealogico, dal quale è possibile evidenziare prima di tutto il fatto che si sposò nel 1920 con Luigino Scalas Mameli, il quale nel 1941 assunse la carica di Podestà ed era figlio della Medaglia d’oro e Cavaliere della Corona d’Italia Dionigi Scalas Mereu, Sindaco di Assemini per moltissimi anni.
La sua nonna materna, Donna Petrina Vaquer Pani proveniva dai nobili Spagnoli Vaquer che, nel Seicento si stabilirono a Villasor. Mentre dalla parte della nonna paterna Giacomina Mattana Mereu era una famiglia di ricchi notai asseminesi.
Peppina Mereu, proveniva anche lei da una famiglia di ricchi notai di padre in figlio, infatti era figlia di Fedela Mereu la moglie del primo ufficiale Postale Edoardo Mereu, il quale era il fratello di Peppino Mereu il famoso poeta di Tonara dell’Ottocento.
Il loro bisnonno, il notaio Pasquale Mattana, ma ugualmente anche suo figlio il notaio Dionigi ricoprirono per tantissimi anni la carica di Sindaco della Comunità di Assemini.
Di conseguenza si può tranquillamente affermare che, quasi tutte le opere pubbliche della Comunità di Assemini furono realizzate durante i loro mandati di Sindaci ( per esempio il Camposanto, la Casa Comunale, innalzamento del Campanile, la Beccheria ed alcune Cappelle della Parrochiale di San Pietro ecc.)
Nello specifico questi Sindaci, hanno gestito, operato e governato per quasi un secolo, l’Ottocento, la nostra Comunità”.
Foto storica di Assemini nella quale si può notare la casa con i due portoni (oramai inestistenti) in cui abitò Antonietta Lecis Vaquer e precedentemente suo bisnonno e zio, i notai Pasquale e Dionigi Mattana.
Foto di una “Bertula” di metà Ottocento, dove si evince il nome della nonna Giacomina Mattana.













