Con un atto di portata storica – che avviene per la prima volta nei 30 anni dall’entrata in vigore della Legge 185 del 1990 sull’export di armi – il Governo Conte ha deciso di revocare, non solo sospendere, le autorizzazioni in corso per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Continua inoltre a rimanere in vigore anche la sospensione della concessione di nuove licenze per i medesimi materiali e Paesi.
Le bombe venivano fabbricate anche nello stabilimento di Domusnovas.
“Il legame di sangue tra la Sardegna e lo Yemen è finalmente spezzato e aumentano le prospettive di pace per quel paese martoriato”, dichiarano Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita (Comitato Riconversione Rwm), “si apre, per le comunità territoriali sarde occupate dalla fabbrica di bombe, ogni possibilità di riconversione pacifica e sostenibile per l’ambiente. Chiediamo alle istituzioni, ai cittadini e a tutti i portatori di interesse, di essere dalla parte giusta e di lavorare per sostenere l’occupazione e lo sviluppo del territorio in maniera lungimirante, per la costruzione di un mondo migliore in Sardegna e contemporaneamente nel globo, sempre più interdipendente”.
Una decisione che pone fine – una volta per tutte – alla possibilità che migliaia di ordigni fabbricati in Italia possano colpire strutture civili, causare vittime tra la popolazione o possano contribuire a peggiorare la già grave situazione umanitaria nel Paese. Un atto che, soprattutto, permette all’Italia di essere più autorevole sul piano diplomatico nella richiesta di una soluzione politica al conflitto.
Secondo quanto appreso dalla Rete Italiana Pace e Disarmo il provvedimento riguarda almeno 6 diverse autorizzazioni già sospese con decisione presa a luglio 2019 tra le quali la licenza MAE 45560 decisa verso l’Arabia Saudita nel 2016 durante il Governo Renzi (relativa a quasi 20mila bombe aeree della serie MK per un valore di oltre 411 milioni di euro). Secondo le elaborazioni di Rete Pace Disarmo e Opal la revoca decisa dall’Esecutivo per questa sola licenza andrà a cancellare la fornitura di oltre 12.700 ordigni.












