Laura Santi è libera. La giornalista, affetta da sclerosi multipla, è morta a 50 anni dopo essersi auto-somministrata un farmaco letale nella sua casa di Perugia. A darne notizia l’ Associazione Luca Coscioni, della quale Laura era attivista e consigliera e a cui ha lasciato una lettera d’addio. “La vita è degna di essere vissuta, se uno lo vuole, anche fino a 100 anni e nelle condizioni più feroci, ma dobbiamo essere noi che viviamo questa sofferenza estrema a decidere, e nessun altro”, le parole della giornalista. Con lei, come sempre, il marito Stefano.
“Non voglio morire oggi e nemmeno domani. Anzi, se la mia malattia restasse così, ve lo dico, io resterei qui. Amo la vita, ho un marito meraviglioso”, scriveva.Dopo 25 anni di malattia, era completamente tetraplegica. “Vorrei, un giorno, poter dire basta. Vado via. Aiutatemi a morire”, aveva chiesto la giornalista, appellandosi alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.
Nel novembre 2022 Laura chiese alla Asl Umbria 1 di accedere al suicidio medicalmente assistito, ma la richiesta non fu accolta perché non legata a macchine salvavita. Una battaglia per la dignità che Laura ha combattuto fino alla fine per tre lunghissimi anni fatti di denunce, diffide e reclami per veder riconosciuto un suo diritto. Lo scorso anno, la conferma dei requisiti finalmente ritenuti idonei e il mese scorso l’approvazione dell’iter farmacologico.
Laura ora è libera, da questa mattina. “Io sto per morire. Non potete capire che senso di libertà dalle sofferenze, dall’inferno quotidiano che ormai sto vivendo. O forse lo potete capire. State tranquilli per me. Io mi porto di là sorrisi. Credo che sia così. Mi porto di là un sacco di bellezza che mi avete regalato. E vi prego: ricordatemi”le sue ultime struggenti parole. La sua storia si spera sia un faro, una luce, che possa racconta la dignità di una donna che ha vissuto pienamente la sua vita, il suo amore per il compagno fino alla fine.











