Abolite, anzi no: il consiglio regionale resuscita le province, per il centrodestra è solo poltronificio

Via libera a maggioranza alla nuova geografia della Sardegna con sei province e due città metropolitane. Il centrodestra va all’attacco


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Nel delirio di abolizioni, ripristini, referendum e ricorsi giudiziari, l’unica certezza è che le province cancellate perché troppe, e dunque per dare uno taglio netto alle spese fatte con i soldi pubblici, sono tornate. Oggi il consiglio regionale ha nuovamente disegnato la geografia della Sardegna con sei province (Gallura, Nuoro, Ogliastra, Sulcis-Iglesiente, Medio Campidano e Oristano) e le due città metropolitane di Cagliari e Sassari.

La maggioranza del campo largo ha votato compatta, 34 sì. Dal centrodestra sono arrivati 20 no, due le astensioni. Entro aprile 2025 saranno indette le elezioni, nel frattempo arriveranno i commissari.

Il centrodestra, che per primo aveva voluto il ripristino delle province, con l’incredibile complicità dei Riformatori che per la loro abolizione si erano battuti, grida però allo scandalo: “E’ un poltronificio, accusano.

“È l’ennesima legge inutile, che non produrrà effetti, l’obiettivo della maggioranza è garantire il governo dei territori, ma in realtà è l’ennesimo poltronificio di questa maggioranza – punta il dito Fratelli d’Italia – serve a piazzare gli uomini che fanno riferimento a loro come amministratori, ma saranno soggetti che non avranno la possibilità di fare atti, non avranno persone, non avranno finanze”.

“Non vogliono le elezioni provinciali, loro vogliono semplicemente cambiare e aggiungere commissari – aggiunge dall’opposizione Alberto Urpi, Sardegna al centro 20venti – vogliono procrastinare, vogliono tenere le province con un vuoto di democrazia e con un vuoto democratico”. 


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