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Non solo parrocchie ma anche Oratori, chiesette di campagna utilizzate sporadicamente, allacci idrici in aree di pertinenza della Chiesa, utenze intestate a parroci che poi hanno lasciato il paese senza però procedere con il cambio di intestazione, per non parlare degli errori delle banche dati fornite dai precedenti gestori che hanno richiesto la totale bonifica delle anagrafiche. Abbanoa ha messo ordine anche nel variegato mondo delle utenze religiose, che ad oggi continua ad avere un debito con il Gestore per oltre 400mila euro.
Circa un quarto di questo importo riguarda proprio le parrocchie ricadenti nella Diocesi di Nuoro. Per questo motivo l’amministratore unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti, ha scritto una lettera al vescovo Mosè Marcia con la proposta di aprire un tavolo di confronto e costruire un percorso di rientro condiviso. Progetti specifici hanno già riguardato alcune Diocesi, come quelle di Cagliari e Tempio, con le quali Abbanoa ha concordato la sistemazione e bonifica delle utenze, agevolazioni sul deposito cauzionale e il rientro dal debito. Impegno che il Gestore intende estendere a tutte le parrocchie dell’Isola. Il tasso di morosità più alto è concentrato nel Centro Sardegna con oltre 200mila euro di debito, segue il Nord con quasi 160mila euro e il Sud con quasi 60mila euro.
La proposta di un tavolo di confronto anche con la Diocesi di Nuoro si rende ancor più necessaria alla luce delle recenti strumentalizzazioni che hanno riguardato alcune parrocchie del capoluogo barbaricino. I soliti professionisti del contenzioso e qualche politico in cerca di consenso in vista delle prossime elezioni regionali hanno cercato la sponda nel mondo della Chiesa con iniziative che avevano come bersaglio Abbanoa, usando strumentalmente il tema del servizio idrico. Vengono fatti balenare risarcimenti già disponibili per raccogliere adesioni a class action ancora da avviare, ma che hanno avuto esclusivamente il via libera alla loro presentazione. A quattro anni dall’introduzione dello sgravio sui depositi cauzionali, che per le parrocchie con meno di 500 metri cubi di consumo (quasi il triplo del consumo di una normale utenza domestica) hanno un importo di 132,23 euro, si fanno ancora balenare strumentalmente importi di quasi mille euro che riguarda evidentemente parroci che non hanno proceduto con la richiesta dello sgravio. Bastava semplicemente presentare una richiesta con autocertificazione dei consumi ed essere in regola con i pagamenti delle bollette. Non solo: come per tutte le utenze, anche quelle legate a luoghi di culto potevano ottenere l’esenzione totale del pagamento del deposito cauzionale eseguendo la domiciliazione bancaria. Chi l’ha richiesta o la richiederà successivamente ha comunque diritto al rimborso dell’intero importo versato.
E’ per contrastare la morosità e mettere ordine in una situazione di caos che il Gestore ha portato a termine negli anni scorsi un censimento delle utenze che ha riguardato anche quelle di carattere religioso. Proprio per aggredire il fenomeno Abbanoa ha posto in essere una serie di regolamentazioni specifiche funzionali alla prevenzione quali fatturazione regolare e a saldo (su letture reali e non su consumi presunti); bollette ogni 3-4 mesi; modulistica snella; rate amiche con sottoscrizione dei piani di rientro allo Sportello (fino a 60 rate) per chi intende regolarizzarsi, oltre ad aver messo a disposizione nuovi metodi di pagamento (Sportello Online o App per smartphone, per esempio) e fornire assistenza a 360 gradi grazie a un call center efficiente