“A Solinas lo faccio chiamare da Cioccolato”, così il primario Cocco organizzava la festa per l’arrivo del primariato

Nelle intercettazioni, il primario di Terapia del Dolore del Marino di Cagliari, a marzo del 2021 parla con la compagna e le dice di voler organizzare una festa con pochi intimi per festeggiare la nomina. E aggiunge che avrebbe chiesto a Nicolò Cossu di chiamare il governatore per dirgli di partecipare. Temussi era l’altro invitato eccellente. Oggi, intanto, nuove perquisizioni negli uffici dell’assessorato dell’Agricoltura e del Marino


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“Se tutto va bene voglio fare una cena riservatissima….una cena riservatissima con Temussi….voglio dirlo a Solinas. L’8 marzo 2021 il primario di Terapia del dolore finito in carcere mercoledì scorso con l’accusa di associazione mafiosa, parla con l’allora compagna Elisabetta Usai in attesa della buona notizia, ovvero la sua nomina a primario di un reparto che, secondo gli inquirenti, era stato costruito appositamente per lui da Massimo Temussi, allora commissario Ats, garantirgli il primariato. Dopo aver annunciato alla compagna l’intenzione di organizzare una doppia festa, una con “la mia greffa” e l’altra riservatissima con Solinas e Temussi, aggiunge: “A Solinas lo faccio chiamare da Cioccolato”, lasciando intendere che in questo modo si sarebbe assicurato la sua presenza. “Perché gli ha fatto un favore grosso – spiega – lo stavano minacciando e lui si è messo in mezzo”. Nei giorni scorsi Solinas ha detto di non aver “mai frequentato criminali” e di “aver ricevuto protezione solo dalla Digos”.

Intanto, oggi c’è stato un nuovo doppio blitz da parte degli inquirenti titolari dell’inchiesta “Monte Nuovo”, negli uffici di Cocco e in quelli dell’assessorato dell’Agricoltura, per cercare nuovi documenti: l’ex assessore Gabriella Murgia è finita in carcere come Cocco, perché ritenuta dagli inquirenti dell’Antimafia una “promotrice” del sistema criminale che si era insinuato nelle maglie della politica, della pubblica amministrazione e dell’Università, tenendo una costante rete di rapporti con il gruppo di Graziano Mesina.

Entro questa settimana si concluderanno gli interrogatori di garanzia di tutti i 31 arrestati, la stragrande maggioranza dei quali si è avvalsa finora della facoltà di non rispondere. Qualcuno, ma in sede di dichiarazione spontanea, si è detto completamente estraneo ai fatti, come la Murgia, mentre uno dei presunti fiancheggiatori di Mesina, Giuseppe Paolo Frongia, ha negato di conoscere l’ex bandito di Orgosolo: secondo l’accusa, invece, avrebbe avuto un ruolo primario negli spostamenti di Grazianeddu durante la sua latitanza in centro Sardegna. La scelta di non parlare, almeno in questa prima fase delle indagini, accomuna tutti gli avvocati difensori che non hanno ancora fatto richiesta di scarcerazione per nessuno degli indagati.

 


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