Non sono sfizi come possono esserlo, a tavola, l’aragosta o il caviale, ma dei semplici contorni. Eppure, a Cagliari frutta e verdura hanno raggiunto prezzi da infarto. Nei market ci si può salvare, e neanche sempre, con eventuali promozioni, anche se il portafoglio si svuota lo stesso di più rispetto al passato, nelle botteghe no. I rincari ci sono, praticamente su tutto. O quasi. E le colpe, a detta dei verdurai, sono tante: aumento della luce, del gasolio e della produzione nelle serre. Con i clienti che scompaiono al ritmo di una mangiata di ciliegie “perché non escono per paura del Covid e della crisi”. Sergio Murgia, in via Dante, lo dice con rassegnazione: “Troppo allarmismo. Gli asparagi costano 25 euro al chilo, li portano dai paesini al mercato e il gasolio costa: pago 30 euro in più rispetto a prima per un pieno. I cachi mela tre euro al chilo, l’uva a quattro perché arriva da fuori”. L’elenco, presto, potrebbe essere più lungo, ma Murgia cerca di stringere i denti e cercare di evitare rincari generalizzati: “Ma i costi ci sono, le ultime bollette della luce si state di 320 e 240 euro, più l’affitto da pagare. Sto cercando di restare a galla, i clienti che ancora vengono chiedono sconti. Li faccio, nei limiti del possibile”.
In via Giudice Guglielmo, da 40 anni, il sessantenne Cesare Marci dirige un negozio didi frutta e verdura: “Zucchine a 4,50 al chilo, prima erano a due euro e mezzo, come le melanzane. Peperoni a 3,50 da due e cinquanta. Sono aumentati tutti i prodotti coltivati nelle serre”, osserva. “E i rincari aumenteranno, visto il costo dell’energia”. Insomma, colpa soprattutto del costo della luce. Ma non solo: “Acquisto proprio come fanno i miei clienti. Vado al mercato, se lì mi propongono un chilo di un tipo di verdura a due euro non posso fare un ricarico di venti o trenta centesimi, ma più alto. Anche perché la perdita, se c’è, è maggiore. I clienti comprano molto di meno, se prima acquistavano un chilo di frutta ora solo mezzo chilo. I pensionati, ancora di più rispetto a prima, vogliono lo sconto. Sino a qualche anno fa avevo dipendenti, ora lavoro da solo perché non posso più permettermi assunzioni”.









