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Ha imbracciato il suo organetto che suona da appena un anno e ha fatto ballare e cantare tutta via dei Giudicati a Cagliari. Marco Antonio Pia, 27enne di San Nicolò d’Arcidano, studente poliedrico di teologia, filosofia e pedagogia, è la star del momento: ieri l’antipasto esclusivo, oggi il bis di canzoni e suoni al balcone. Contro il Coronavirus, beninteso. E per la “liberazione” di tutta l’Italia da un problema che, purtroppo, è ancora gigantesco. Tutti i vicini hanno apprezzato e lui, per un quarto d’ora abbondante, ha “abbondato” con le canzoni in sardo e Deus Ti Salvet Maria, rigorosamente a cappella. E gli applausi, alla fine, sono stati lunghissimi e fragorosi: “Sono cresciuto, grazie a mia madre, con una fede profonda. Ho fatto mie tre parole: fede, speranza e carità. Mi sento un po’ ridicolo, non sono buono, suono solo per strappare qualche sorriso”, dice, con più di un velo di timidezza, Pia: “Dopo un percorso di studi di filosofia e teologia ho studiato pedagogia. Voglio diventare un educatore per poter svolgere la mia missione con gli ultimi”. Sono giorni difficili per tutti, per colpa del Coronavirus: “Sì, è vero. Però penso ai bambini morti in Siria e a tutto ciò che succede nel mondo. A noi ci è stato detto di restare in casa, fate quattro chiacchiere, bevente una birra e così ci passa l’ora”.
Un rapporto molto saldo con la fede, quello di Marco Antonio Pia. Insieme alle risate, c’è spazio anche per la serietà: “Prego tutti i giorni che il Signore ci liberi e dia la forza ai medici e agli infermieri che stanno dando tutto, li stimo tantissimo. Non dobbiamo perderci d’animo prego per i malati, spero che guariscano e che non ci siano altri contagi”. E poi, due parole nette: “Non lamentiamoci”. Sino a qualche giorno fa, prima delle nuove limitazioni per evitare qualunque possibile contagio, il ventisettenne ha fatto, ogni giorno, lunghe passeggiate: “Dei piccoli pellegrinaggi”, sottolinea lui, “sino alla basilica di Bonaria, per chiedere alla Madonna di liberarci da tutti i mali”.