Un collegamento diretto che sa più di trappola che di opportunità. È quello tra Olbia e New York, presentato come la grande svolta dei cieli sardi, ma che per chi vive nell’isola si traduce in una spesa fuori portata: oltre 1.500 euro per un biglietto in Economy, con punte che arrivano a sfiorare i 6.800 euro. Il confronto con altri aeroporti italiani è impietoso. Da Bari, ad esempio, Neos mette in vendita l’ultima combinazione disponibile per quest’anno (8–14 ottobre) a 668,85 euro andata e ritorno, comprensiva di bagaglio a mano da 8 chili e stiva da 23. Un prezzo più che dimezzato rispetto a quello richiesto ai passeggeri sardi. E non è tutto: Neos, almeno in teoria, offre anche tariffe promozionali, che però non risultano disponibili per le prossime settimane. La situazione in Sardegna è resa ancora più complicata dalla mancata definizione della nuova continuità territoriale. La gara per i collegamenti con Roma Fiumicino non è stata ancora bandita, ma i costi previsti sono già scritti nero su bianco nel bando regionale: 30 euro a tratta più tasse, quindi circa 55 euro. Sommando il volo Olbia–Roma a quello per New York operato da Ita Airways, il totale si ferma a 851,93 euro (110 euro per il collegamento interno e 741,39 per la tratta intercontinentale). Con Delta, invece, si vola alla cifra record di 1.551,31 euro, quasi il doppio. Il risultato è evidente: il diretto Olbia–New York non è pensato per i sardi, ma per i turisti americani ad alto potere di spesa, diretti soprattutto verso la Costa Smeralda e le sue strutture di lusso. Una “navetta dorata”, sostenuta con fondi pubblici destinati alla promozione turistica, che rischia di trasformarsi in un pericoloso precedente. In passato, compagnie low cost come EasyJet o Transavia, beneficiando degli stessi incentivi regionali, hanno sì portato stranieri in Sardegna, ma hanno anche offerto ai residenti la possibilità di viaggiare in Europa a costi accessibili. L’Olbia–New York segna invece una svolta diversa, tutta sbilanciata sugli interessi privati di un settore ristretto. Il rischio è chiaro: per i sardi la beffa oltre al danno. Da un lato pochi voli utili, dall’altro tariffe che li escludono di fatto dal mercato. E così, la tanto annunciata “apertura al mondo” rischia di ridursi a un collegamento di lusso, a beneficio esclusivo degli hotel della Gallura e degli ospiti americani.












