Vittorio Sgarbi inaugura la mostra di Giuseppe Carta: “Una fusione perfetta tra modernità e tradizione”

Negli spazi del villaggio museale del Museo Etnografico di Nuoro è stata inaugurata la mostra dedicata all’artista di Banari: oltre 180 le opere esposte, tra installazioni, quadri e sculture. Vittorio Sgarbi: “Una fusione perfetta tra modernità e tradizione”


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Un peperoncino di dieci metri d’altezza– immagine al contempo tradizionale e pop, carica di simbolismi – emerge dal piazzale del Museo del Costume e si innalza nel cielo di Nuoro. La sua superficie rossa è un inno alla vita, principio di ogni rinascita e dunque di qualsiasi germinazione.

È così, all’insegna della meraviglia, che prende il via il percorso che conduce alla mostra Giuseppe Carta | Orti di Grazia, ampia antologica dell’autore di Banari che raccoglie circa cento ottanta opere, tra sculture monumentali e non – in bronzo, marmo, alluminio e resina – e oli su tela.  È un percorso complesso, che si snoda nelle sale del villaggio museale dell’Etnografico, inserendosi nell’esposizione già esistente per arricchirla, attualizzandola. Un nuovo grande evento promosso e fortemente voluto dall’Isre.

“La mostra si tiene in un luogo straordinario, il Museo Etnografico di Nuoro, ed è il frutto del lavoro di un artista che io conosco da anni” dice il critico d’arte Vittorio Sgarbi, inaugurando l’evento. “Carta è uscito dal limite della figurazione e da circa cinque anni, più o meno dall’Expo di Milano, è andato espandendosi con i suoi frutti con un’invenzione pop che ricorda Claes Thure Oldenburg ed è diventato l’artista scelto da Farinetti come emblema di Eataly.. Questo fatto porta lui e la Sardegna in scenari non soltanto italiani e scatena energie nuove per l’umanità, conciliando in un museo della memoria la squillante modernità di questi enormi frutti, nel rispetto dei prodotti della terra: in una fusione dunque perfetta”.

 La mostra evento Giuseppe Carta | Orti di Grazia, consta di oltre 180 tra dipinti e sculture, in parte inglobate dalla collezione permanente del villaggio museale dell’Etnografico, in parte allestite in tre sale, dedicate alla sola pittura dell’artista di Banari. L’esposizione racconta il percorso artistico dell’autore dei famosi peperoncini e la sua evoluzione perpetua, dove la scultura entra nella pittura e, viceversa, la pittura si fa scultura. L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 27ottobre al Museo del Costume di Nuoro.

 “Sono felicissimo di questo evento” spiega l’artista Giuseppe Carta. “Le mie Germinazioni sono una  rappresentazione esuberante della vita stessa, un inno alla natura, una denuncia allo sfruttamento incontrollato del pianeta Terra. Ho deciso di dedicare le Germinazioni a Grazia Deledda per rendere un duplice omaggio: a una grandissima artista, unico Premio Nobel femminile per la Letteratura in Italia, e alla Terra che l’ha generata”.

“E’ un grande orgoglio per l’Isre inaugurare questo spazio espositivo che Giuseppe Carta dedica alla figura di Grazia Deledda” spiega il presidente dell’Isre, Istituto Superiore Regionale Etnografico, Giuseppe Matteo Pirisi. “Questa mostra antologica è un tributo e un omaggio a un artista di caratura internazionale che affonda le radici nella linfa più vitale della cultura sarda. Le sue Germinazioni – metafora di ogni sviluppo e di ogni rinascita culturale, ambientale e sociale – indicano la via e il percorso: un ritorno consapevole alla terra, il rispetto per l’ambiente, la strada della cultura come unico indirizzo della rinascita. L’arte di Carta, con il suo humus vitale, è substrato dove fecondano i territori più significativi della nostra identità”. 

 

 

Biografia di Giuseppe Carta

Giuseppe Carta è un pittore e scultore italiano riconosciuto a livello internazionale. L’artista crea, con l’antica tecnica della fusione a cera persa, sculture in bronzo, alluminio e resina policroma a Pietrasanta, luogo emblematico della scultura a livello mondiale. Il candido marmo di Carrara, altro elemento importante della produzione di Carta, regala alle sue sculture quelle trasparenze e quelle velature che tanto richiamano le sue nature morte dipinte dal realismo assoluto, quasi esasperato, che per tanti anni, fin dal 1993, hanno contraddistinto la partecipazione di Carta all’Arte Fiera di Bologna.

Opere che l’artista dedica alla Natura tanto da intitolarle Germinazioni, opere che per Carta sono una  “rappresentazione esuberante della Vita stessa, un Inno alla Natura, una Denuncia allo sfruttamento incontrollato del pianeta Terra”. Melagrane, peperoncini, limoni, fragole, pomodori, olive e grappoli d’uva installate in location ed eventi di grande richiamo internazionale.

Nel 2009 è invitato alla 53a Biennale di Venezia, dove espone una complessa installazione scultorea intitolata La rinascita della foresta dopo l’incendio, che propone poi nel 2011 a Euroflora Genova.

Nel 2012 l’invito del Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli lo porta a realizzare una gigantesca melagrana alta oltre 9 metri.  I suoi giganti scultorei conquistano l’Italia ma anche la Cina dove nel 2015 su invito del Consolato Generale d’Italia a Chongqing realizza Capsica Red Light, una grande installazione bronzea di 5 peperoncini rossi. Nello stesso anno è all’EXPO Milano 2015 nel padiglione Kip Onu e nel padiglione Cina, dove nella popolata città di Chongqing è installato un peperoncino alto oltre 7,50 metri. 

Nel 2016 a Milano a Eataly, il tempio dell’eccellenza italiana in fatto di cibo e produzione enogastronomica, è promossa la mostra Giuseppe Carta. Germinazioni. I diari della terra. La mostra è poi allestita nelle sedi di Eataly di Torino, di Bologna e poi nel 2017 di Roma.

Nel 2017 a Pietrasanta, in Toscana, è inaugurato il grande evento Giuseppe Carta. Orti della Germinazione (regia di Alberto Bartalini, cura di Luca Beatrice) con oltre 120 opere esposte tra dipinti e sculture, tra cui The Red Giant, un gigantesco peperoncino rosso lungo 18 metri che sembra nascere dalla terra. The Red Giant, insieme ad altri 20 splendidi peperoncini rossi, diventa poi l’imponente scenografia del Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli. La collaborazione con Bocelli continua a Roma con il charity event Celebrity Fight Night con l’esposizione al Colosseo dell’imponente Melagrana, già simbolo del Teatro del Silenzio 2012 e dell’Andrea Bocelli Humanitarian Award, premio conferito a celebrità quali Sophia Loren, la principessa Rania di Giordania, George Clooney, Sharon Stone, Nicolas Cage, Lionel Richie.

Un altro grande peperoncino è esposto ad Alba (Piemonte) nelle reali cantine vitivinicole di Fontanafredda, patria del famosissimo Barolo, dove dal 6 giugno 2018 domina un gigantesco grappolo d’uva voluto da Oscar Farinetti e creato da Carta quale Monumento al Nebbiolo. Con i suoi peperoncini rossi, 25 esposti a Genova nei giardini dei Parchi di Nervi e al Porto Antico, conquista il pubblico di Euroflora Genova 2018 e alla fine di giugno The Red Giant, il peperoncino lungo 18 metri esposto prima a Pietrasanta e poi al Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli, trova quale luogo ideale di esposizione Fico Eataly World di Bologna, la fabbrica italiana del cibo più importante del mondo.

Nel 2018 in Toscana la gigantesca Melagrana è ospitata nella città di Pontendera quale installazione permanente. In Calabria, a Diamante, è insignito dall’Accademia Italiana del Peperoncino del titolo di Ambasciatore del Peperoncino nel mondo. In Puglia il Polo Museale della Puglia e il Mibac celebrano l’arte di Giuseppe Carta promuovendo l’evento Epifania della Terra nei splendidi castelli svevi di Bari, Gioia del Colle, Manfredonia e Trani e al Museo Archeologico di Canosa di Puglia.

Nel 2019 altri importanti riconoscimenti attribuiscono a Giuseppe Carta il titolo diMaestro dei Grandi Frutti della Terra. Per la città di Tropea realizza una scultura gigante del suo frutto conosciuto in tutto il mondo: la Cipolla rossa. Con la comunità calabrese s’instaura un profondo rapporto di amicizia e stima che culmina con il conferimento della cittadinanza onoraria. Un film è a lui dedicato da Dado Martino, il regista colpito dalle opere e dalla vita di Giuseppe Carta, così ricca di esperienze e di contaminazioni vissute in giro per il mondo dall’Occidente all’Oriente, decide di girare le scene del film tra la Sardegna, la Liguria ma anche la  Toscana e l’Emilia Romagna. La Sardegna dove a Banari, un piccolo e caratteristico paese della provincia di Sassari, Giuseppe Carta è nato e cresciuto. La Liguria dove si è formato prima come musicista e poi come artista. Il film CARTA è stato presentato in anteprima nazionale al Comune di Genova nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi.    


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