Valentina Bello ha ventinove anni, è di Nuoro ma da qualche anno è “di casa” nel sud dell’Isola, per via del lavoro da infermiera al policlinico di Monserrato. Da infermiera sposa appieno le proteste della sua categoria: “Le aziende sanitarie spremono gli infermieri come dei limoni, li utilizzano per coprire qualunque buco del personale, non solo nel reparto nel quale si presta servizio”. E, se due più due fa sempre quattro, “c’è un aumento del lavoro straordinario, e d è imposibile sfruttare le rore di recupero o le vacanze”.
“Il nostro è un lavoro anche mentale, c’è bisogno di preparazione ma soprattutto di concentrazione, Da stanchi le cse si fanno male e si rischia di combinare un guaio”, sostiene decisa l’infermiera, “oltre al fatto che gli stipendi sono irrisori. 1500 euro quando va bene, con gli stipendi bloccati da troppi anni. E, quando c’è da fare una notte o un festivo, nella busta paga non entra neanche il becco di un quattrino di extra”.