Giunti al mese di febbraio , non si conoscono ancora i tetti di spesa da attribuire alla Sanità Privata con le ASL che non hanno ancora stipulato i contratti con le Case di cura per le prestazioni da
erogare nel 2016.
Una situazione questa – sottolinea Guido Sarritzu ( Responsabile Regionale UIL FPL per la Sanità Privata) – che ha dell’incredibile, crea incertezza e non permette agli imprenditori del settore una
adeguata programmazione.
“Sono dieci le case di cura accreditate in Sardegna che forniscono un volume di prestazioni pari a circa il 3 per cento, ma nel contempo erogano il 15 per cento delle prestazioni di ricovero offrendo
occupazione a circa 1.500, più l’indotto stimato in oltre 4.000 unità”
A questi inspiegabili ritardi, si aggiunga la “spada di Damocle” del Mater Olbia, (chiari riferimenti in merito, presenti nella riorganizzazione della rete ospedaliera al vaglio della Giunta Regionale che penalizzeranno la sanità Privata) si può comprendere come le Case di cura in Sardegna rischiano di dover andare incontro ad una situazione drammatica, nonostante per generazioni abbiano creato e garantito occupazione, pagato i tributi in Sardegna e erogato prestazioni di alta qualità.
Assistiamo ad un vero pasticcio, – prosegue Sarritzu – finalizzato alla lottizzazione politica della sanità a discapito degli imprenditori sardi, della qualità e del contenimento della spesa”.
Una situazione, quella della sanità sarda – conclude l’esponente sindacale – preoccupante, per i ritardi accumulati da parte della Regione, con le ASL commissariate dalla fine del mese di Dicembre 2014 e che avrebbero dovuto occuparsi soltanto di ordinaria amministrazione ma, così non è stato.
Per Sarritzu, “Se il buongiorno si vede dal mattino, si andrà incontro al periodo più buio della sanità e di quella privata in particolare”.












