Tre ristoranti e decine di dipendenti a casa per due settimane. Tavoli vuoti e cucine spente, da lunedì prossimo, nei locali gestiti da Alberto Melis, famoso ristoratore cagliaritano. “Inghiottiamo, ancora una volta, un boccone amaro”, esordisce Melis. Il riferimento è all’addio alla zona bianca e all’arrivo della zona arancione per i prossimi 15 giorni. Che significa, anche, non poter lavorare a Pasqua e Pasquetta: “Ma non mi ero illuso, ho fatto bene, chi si è illuso è perchè non ha compreso la gravità della situazione. Certo, a quanto si apprende andiamo in arancione per l’indice Rt e alcuni focolai, ma il Governo doveva accogliere le modalità di azione della Regione, che sta istituendo solo zone rosse mirate, anzichè bloccare un’intera regione”, osserva Melis. “A parte questi due fattori, infatti, abbiamo tutti dati da zona bianca. Non aprirò per fare asporto, significherebbe mettere in moto una grande macchina organizzativa e, se non ci sono i riscontri, per me sarebbero solo ulteriori perdite”. Ovviamente, zero euro dal Governo, visto che il “lockdown” non è totale. Alberto Melis lo sa bene.
“Dovrò aspettare, ancora una volta, tempi migliori. Alla fine siamo ancora visti come untori, siamo davvero in ginocchio, come chi gestisce le palestre. Paghiamo lo scotto di tre focolai in altrettanti Comuni”.













