Totoministri, conferme per Di Maio e Bellanova. Conte non ci sarà, possibile Tajani

Manca sempre meno tempo per vedere sorgere alla luce del sole la squadra dei ministri del nuovo governo Draghi. Tra i confermati anche Speranza, Franceschini e Lamorgese, tra i nuovi le ipotesi Cartabia e Giovannini


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Siamo agli sgoccioli. Manca sempre meno tempo per vedere sorgere alla luce del sole la squadra dei ministri del nuovo governo Draghi. Una cosa è certa: ieri sera, in assemblea con il M5s, il premier uscente, Giuseppe Conte, ha assicurato che non farà parte al nuovo esecutivo. Ma per svelare le altre carte l’ex presidente della Bce potrebbe attendere fino a giovedì: Draghi dovrebbe illustrare, infatti, una lista di nomi di fronte ai partiti e alle forze politiche maggiori tra oggi e domani, mentre mercoledì si confronterà con le parti sociali. La decisione sarà presa in sintonia e collaborazione con il capo dello Stato, Sergio Mattarella: l’ultima parola, infatti, spetta sempre al Quirinale, almeno da prassi. E a maggior ragione in questo caso, di fronte a un governo del presidente, che ne ha dettato il perimetro chiedendo un esecutivo di “alto profilo”.

Il totoministri

Luigi Di Maio potrebbe conservare il dicastero degli Esteri e, se ai grillini dovesse arrivare anche un’altra casella, i nomi sarebbero quelli di Stefano Patuanelli o Stefano Buffagni. Per Forza Italia il nome più accreditato è quello di Antonio Tajani agli Affari Europei, mentre sul fronte Lega il più gettonato è il nome di Giancarlo Giorgetti (o al Mise o Rapporti con il Parlamento), ma cresce anche quello di Giulia Bongiorno alla PA. Se Leu dovesse entrare nel governo, sarebbe confermato Roberto Speranza alla Salute. Dario Franceschini potrebbe essere confermato ai beni Culturali, Teresa Bellanova ritornare all’Agricoltura, la Lamorgese restare all’Interno. Alla Difesa potrebbe restare Lorenzo Guerini (Pd) mentre per l’Istruzione è in pole il nome di Patrizio Bianchi, ex rettore dell’Università di Ferrara oppure Antonio Malaschini, segretario generale del Senato. Ma restano possibili anche colpi di scena, come la conferma di Gualtieri o di Ernesto Maria Ruffini, e nei rumors resiste anche Carlo Cottarelli.

Vediamo qui sotto, allora, quali potrebbero essere gli esperti più quotati ai ministeri chiave e quali i profili già visti verso la riconferma.

I tecnici

Elisabetta Belloni: diplomatica, romana, 62 anni. Se non dovesse andare in porto la riconferma di Di Maio, è uno dei nomi più spendibili per il ministero degli Esteri. Dal 2016 ricopre il ruolo di segretaria generale degli Affari esteri.

Daniele Franco: bellunese, classe 1953. E’ in pole per il posto all’Economia. Direttore generale di Bankitalia (e amico del premier incaricato Draghi) potrebbe anche diventare sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Marta Cartabia: milanese, 57 anni. E’ una delle più quotate al ministero della Giustizia, al posto del pentastellato Alfonso Bonafede. Giurista e accademica, la Cartabia è stata eletta presidente della Corte costituzionale all’unanimità nel 2019.

Enrico Giovannini: ministro del Lavoro nel governo Letta, classe 1957, romano, potrebbe riprendersi l’incarico al posto di Nunzia Catalfo. Tra i suoi incarichi si ricorda, tra l’altro, la presidenza dell’Istat dal 2009 al 2013.

Paola Severino: guardasigilli nel governo tecnico di Mario Monti, avvocata napoletana di 72 anni e vicepresidente della Luiss, sembra essere l’alternativa più valida e concreta alla Cartabia per il posto al ministero della Giustizia.

Ernesto Maria Ruffini: un nome tra i più gettonati che circola per il ministero dell’Economia. Siciliano, classe 1969, di professione avvocato, è il direttore dell’Agenzia delle Entrate, ex amministratore delegato di Equitalia.

I politici

Luciana Lamorgese: ministro dell’Interno nel governo Conte II, 67 anni, potrebbe trovare la riconferma. L’ex prefetto di Venezia (e poi di Milano) – mai schieratasi in alcun partito – è ben vista dal presidente della Repubblica Mattarella.

Dario Franceschini: 62 anni, potrebbe mantenere la poltrona aIla Cultura. Se dovesse, comunque, andare ad altri, quasi sicuramente il democratico continuerà ad avere un ruolo significativo nel nuovo governo.

Teresa Bellanova: la renziana, 62 anni, dopo le sue dimissioni potrebbe riprendere la poltrona all’Agricoltura. Per il momento, infatti, non ci sono grandi alternative. Sarebbe un modo per coinvolgere Italia Viva nell’esecutivo

 

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