Trattative aperte e poltrone offerte come merce di scambio, ma la situazione non si sblocca anzi sembra complicarsi a ogni ora che passa. Renzi chiede di smetterla con le schede bianche e annuncia posizione ufficiale sulla candidatura di Casellati (e gira voce che potrebbe sostenerla in cambio della presidenza del Senato), ma tiene in vita le candidature di Casini e Draghi. Il centrodestra si spacca, Fratelli d’Italia vota Crosetto “perché gli italiani non capirebbero” un’altra tornata di schede bianche mentre Lega e Forza Italia insistono sul non esprimere nomi per non bruciarli. Stessa strategia per M5S, che continua a tenere il veto su Draghi al Colle, Pd e Leu.
Alla fine, sarà il risultato di una trattativa di mercato. Poltrone in cambio di seggi, seggi in cambio di poltrone, ministeri da riportare a casa e leggi elettorali da modificare. Tutto è da mercanteggiare ballando sulle ceneri di un Paese ridotto male e che dopo il teatrino Quirinale rischia di finire pure peggio. Arrivati alla terza votazione, l’ultima che richiede la maggioranza qualificata, è buio pesto: mentre scriviamo, i 1009 grandi elettori stanno imbucando le loro schede ancora una volta in ordine sparso, persino all’interno degli stessi schieramenti perché se Salvini ha detto che sarà ancora scheda bianca, Meloni lo rintuzza e dice che Fratelli d’Italia voterà Crosetto. “L’immagine che il Parlamento sta dando agli italiani è incomprensibile. Dobbiamo dare all’assemblea un segnale: non si può continuare a rimanere per giorni in una situazione di stallo”, spiegano d Fratelli d’Italia.
L’appello a chiudere qua il teatrino delle schede bianche arriva da Matteo Renzi, che manda un segnale a Salvini: attento a non esagerare, sennò invece di vincere perdete baracche e burattini. Nel pomeriggio Italia Viva esprimerà una posizione ufficiale su Elisabetta Casellati, l’attuale presidente del Senato, anche se Renzi che non esclude affatto Casini dice che “Draghi c’è ancora e sarebbe una soluzione ottima per il Paese”, chiosa mentre gira voce che potrebbe decidere di sostenere la Casellati in cambio della presidenza del Senato.
A non volerne sapere di Draghi, che gli ha fatto le scarpe alla presidenza del Consiglio, è però Giuseppe Conte che, ritrovato il piacere di microfoni e telecamere, non intende rinunciare a consumare la vendetta sognata da mesi. Certo non lo dice così, ma solo gli ingenui possono credere che il motivo del no a Draghi sia tenerlo a palazzo Chigi per il bene del Paese, come dichiarato dopo una telefonata fiume con Beppe Grillo.
E mentre il coordinatore Tajani invoca ancora un presidente della Repubblica di Forza Italia, ipotizzando che domani potrebbe essere la giornata decisiva, Pd, Leu e M5S votano ancora scheda bianca. Il leader della Lega oggi vedrà di nuovo il capo dem Letta: “Spero che Conte e Letta non si fermino ai no. Il mio tentativo è quello di dialogare”, ha aggiunto il leader del Carroccio che prevede “settimane di confusione se Draghi lascia il governo: e, quindi, si devono cercare un nuovo presidente del Consiglio, nuovi ministri, nuove maggioranze. Sarebbe un problema lasciare l’Italia al buio”.











