Terremoto al Comune di Quartu: i nomi degli arrestati per corruzione

In manette una imprenditrice, due vigili urbani e due impiegati comunali: clamoroso giro di mazzette per ottenere autorizzazioni ed evitare controlli su alcune costruzioni. Guardate il VIDEO


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Tangenti in cambio di concessioni edilizie. Un vero e proprio “consorzio di persone dedite al malaffare”, in un settore (quello urbanistico, di vigilanza amministrativa) che aveva base operativa al sesto piano del Comune di Quartu, dove c’era chi, tra vigili urbani, impiegati e istruttori comunali, elargiva benevolmente autorizzazioni, evitava controlli su lavori in due palazzine da ristrutturare e creava un business con tanto di mazzette di denaro che circolavano tra i dipendenti infedeli ai danni del patrimonio comunale. Uno spaccato squallido quello scoperto dalla Squadra Mobile della Questura e dai colleghi del Reparto Prevenzione del Crimine di Abbasanta: cinque gli arrestati, l’imprenditrice edile Deborah Puddu, l’agente di polizia municipale Raimondo Pontis, l’istruttore del comando di Polizia Locale Giovanni Argiolas, Sergio Niosi Oriti e Franco Schirru (entrambi impiegati in municipio, sempre a Quartu).

LE TANGENTI. Un’attività edilizia fuori controllo, senza regole, con un sistema clientelare concreto e perfetto, dove si cercava di evitare burocrazia e aggirare le norme, si portavano avanti le pratiche di lavori nei singoli appartamenti con carte false, timbri e documentazione per sanare illeciti non condonati negli anni su due rispettivi edifici a Quartu, (ubicati in via Messina e via Salandra). Un malessere diffuso in senso lato condito da corruzione, falsi in atti pubblici, reati gravi che non sono però sfuggiti alle indagini mirate (con tanto di intercettazioni e pedinamenti) da parte degli investigatori, coordinati rispettivamente dal dirigente della Mobile Alfredo Fabbrocini, dal commissario capo della Mobile il dottor Massimo Imbimbo e dal dottor Salvatore Pisanu (reparto Prevenzione del Crimine in stanza ad Abbasanta). Dei cinque arrestati soltanto Schirru si trova ai domiciliari, mentre per gli altri quattro è stata disposta la misura cautelare presso il carcere cagliaritano di Uta.

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