Di Giulio Neri
Piergiorgio Pulixi, fra gli autori noir più apprezzati in Italia, dà al suo nuovo romanzo un titolo che rievoca Mina. Tra “Lo stupore della notte” e la canzone “Se telefonando” si inserisce, non a caso, l’imponderabile, una fascinazione che scombina l’ordine degli eventi, che inebria, ma in cui già si preannuncia un repentino esaurimento. Tutta l’incanto, e la nostalgia, di una fine. Ma c’è molto da scoprire in questo thriller: una spy story ambientata a Milano, e in cui lo spettro jihadista si aggira per la Capitale morale. C’è la poliziotta di una squadra fantasma, Rosa Lopez, ricattata dai servizi ombra americani; e c’è “Il Maestro”, genio invisibile che trama e coordina stragi in Europa – una sorta di Dio dell’attentato, sulla cui stessa esistenza alcuni credono, altri no.
La “teologia” che ne consegue – fra gli inquirenti e, addirittura, nell’intelligence – innesca una disperata caccia all’uomo, in cui il mistero degli inseguitori si intreccia a quello dell’inseguito. L’ambiguità, il doppio gioco, i conflitti interiori tra verità e menzogna, segnano l’itinerario di una vicenda che rimanda alla più stretta attualità, con giovani radicalizzati che affollano il deep web, e lupi solitari che si procurano armi da guerra. E, in fondo, la paura collettiva che l’Italia, finora mai colpita dall’Isis, possa scoprirsi d’improvviso primo bersaglio: lo stupore di una notte «che si spalanca» è, purtroppo, anche questo.












