di Vanessa Usai
La pace all’interno dell’amministrazione di Monserrato sembra un lontano miraggio, ma finalmente c’è una data di convocazione del Consiglio comunale per l’approvazione del bilancio, che da quasi due mesi attende il via libera dei consiglieri. La richiesta è stata presentata in data odierna al presidente dal sindaco Tomaso Locci, per i giorni 29, 30, 31 maggio e 1 giugno. Un’occasione in cui Locci coglie la palla al balzo per puntare il dito contro “l’inerzia del presidente e vice presidente della commissione Bilancio”, Antonio Casula e Rita Mameli, competenti della convocazione della commissione finalizzata all’esame dello schema di bilancio per il successivo passaggio e approvazione da parte del Consiglio.
“La Giunta che presiedo ha approvato sin dal 31 Marzo 2018 lo schema di bilancio per quanto di competenza e il Presidente e il suo Vice Presidente scontano quindi un mese e mezzo di irresponsabile inattività”, sottolinea il sindaco, aggiungendo di ritenere inaccettabile “che un’intera cittadinanza, un ‘amministrazione comunale, un programma votato e voluto dai cittadini siano bloccati in ostaggio di una inerte commissione presieduta dal presidente Antonio Casula e dalla vice presidente Rita Mameli, espressione entrambi dell’opposizione, il cui atteggiamento ostruzionistico e contrario al verdetto del Giugno 2016 voluto dai cittadini è a tutti ben noto”.
Due accuse, quelle di inerzia e ostruzionismo, respinte al mittente dalla vice presidente dimissionaria: “Il sindaco mi accusa di aver bloccato i lavori del Consiglio, ma ignora che non è mia prerogativa convocare le commissioni, che peraltro non sono obbligatoriamente propedeutiche alla convocazione del Consiglio comunale per l’approvazione del bilancio. Inoltre dimentica che in questi due mesi ci sono stati gravissimi atti politici che hanno bloccato i lavori del Consiglio, tra cui le sue dimissioni”, replica Mameli.
In giornata ha rassegnato le dimissioni anche il presidente della commissione Bilancio Antonio Casula, adducendo la mancanza di rispetto e l’arroganza del sindaco tra le innumerevoli motivazioni della sua decisione.












