I sogni di Vicky, la trans di Assemini che lotta contro l’omofobia: “Un uomo e un lavoro”

Vittoria Silvia Crobu, la ragazza trans di Assemini, racconta il suo percorso e tutte le difficoltà – tra pregiudizi e insulti – vissute fin da quando ha capito di essere in un corpo sbagliato. “Voglio sposarmi e avere dei figli. Vivo a testa alta, me ne frego di cosa dicono e pensano gli altri”. Guardate il VIDEO


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Lavoro? “Modella, segretaria, attrice, magari diventare famosa, anche la giornalista. I sogni che hanno tutte le ragazze”. Vittoria, “Vicky” per tutti e tutte, da 27 anni – e ancora di più dal 2012 – ha la piena consapevolezza di essere nata “nel corpo sbagliato”. Quello di un uomo. Ma Vittoria – nome dal significato preciso, “la vittoria di essermi realizzata” – ha da sempre voluto essere una donna. Ancora prima, vista l’età, una ragazza. E, con un percorso iniziato cinque anni fa e non ancora del tutto concluso – ha iniziato anche a vedersi come una “lei”. E, soprattutto, a vivere come una ragazza. Ma non è tutto rose e fiori: gli insulti sui social, ma ancora di più le battutine o le classiche “dita puntate” rappresentano, per Vittoria, la “anormale” quotidianità. Ma, anche, un motivo in più per combattere “l’ignoranza, che non potrà trionfare in eterno. Mi hanno giudicata per il mio modo di essere e di vestire, ma vivo a testa alta, non ho nulla da nascondere, non sono una poco di buono o una ragazza appariscente”.
E, quando non è giudizio, è pregiudizio. Anche, e ancora, nel 2017, in Sardegna. “Le trans vengono additate come prostitute, quando invece sono solo persone nate in un corpo sbagliato, che cercano di modificarsi per essere finalmente nel corpo tanto sognato”. Il percorso verso la sua vita in “rosa”, Vicky, lo sta ancora portando avanti. La terapia ormonale, poi l’operazione alle corde vocali. “La transessualità non è facile”, almeno all’inizio, perché “si provano dolori e paranoie”. Poi, però, arriva il momento nel quale spiccare il volo, e iniziare a sognare. E anche lei, proprio come tutte le altre ragazze del mondo che hanno gli occhi scuri e i capelli raccolti all’indietro con un elastico, ha il suo personale cassetto dei desideri. ”Incontrare un uomo , sposarmi e fare dei figli. Vorrei lavorare come segretaria, o attrice, o modella, magari diventare famosa, fare la giornalista. Qualunque lavoro, molto semplicemente, ma senza essere giudicata”. Il suo percorso non è ancora finito: “Quando lo sarà, Vittoria resterà il mio nome, perché rappresenta la vittoria più importante nella mia vita”. Ovvero, essere la persona giusta nel copro giusto: una donna, come tutte le altre. Semplicemente.


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