Sciopero della fame e della sete, malati di Sla pronti a morire se non verranno pagati gli stipendi degli operatori sanitari che si occupano dei disabili gravi. Oggi sit in sotto l’assessorato alla Sanità di via Roma. In prima linea Salvatore Usala, segretario del Comitato 16 novembre-Viva la vita, con lui altri malati di Sla e beneficiari del fondo per la non autosufficienza, che a fine mattinata hanno ottenuto un incontro con l’assessore Luigi Arru. “L’unica cosa sicura – ha detto Usala durante il presidio – è che non ci saranno tagli sul fondo per la non autosufficienza, ma questa è solo una parte delle nostre richieste. Ora vogliamo garanzie sul resto: è una questione burocratica complicata ma se Paci vuole in due giorni può sbloccare tutto”. Presente anche l’arcivescovo Arrigo Miglio, che in mattinata ha portato la propria solidarietà ai malati di Sla in protesta.
“Da parte nostra – ha sottolineato l’assessore Arru – l’impegno a sollecitare l’apparato amministrativo perché il passaggio dei soldi ai Comuni, che devono erogare questi fondi, avvenga in tempi rapidi: solo alcuni anticipano le somme dalle proprie casse”. Il programma Ritornare a casa, che sostiene i disabili gravi, è stato totalmente finanziato, ma dei finanziamenti previsti dalla legge 162, 100 milioni in tutto, per quest’anno mancano all’appello 38 milioni. L’assessore alla Sanità ha poi spiegato che è in corso un’interlocuzione con l’Anci, e che la Giunta è pronta ad escludere dal patto le risorse destinate ai pagamenti. Per quanto riguarda i progetti personalizzati, Arru, ha ipotizzato la strada dei fondi europei per la formazione degli operatori. Oggi sono circa 36 mila i piani personalizzati della legge 162, che secondo l’associazione Bambini cerebrolesi (Abc) fanno risparmiare dai 200 ai 300 milioni di euro alla spesa sanitaria.
“Da parte dell’intera Giunta regionale, con in testa il presidente Pigliaru, c’è grandissima attenzione e solidarietà per i malati di Sla che oggi stanno protestando per chiedere lo sblocco degli ultimi 37 milioni del fondo per la non autosufficienza. Ma è giusto precisare come stanno le cose – ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci – non è vero che se io volessi in due giorni, da solo, potrei sbloccare tutto, perché quei fondi sono all’interno del Patto di Stabilità ed esistono regole precise che sono state imposte. È assurdo che i fondi della 162 siano all’interno del Patto, e su questo siamo tutti d’accordo, ma è sempre stato così e questa è la situazione che abbiamo trovato: tuttavia, in queste ore i nostri uffici stanno lavorando senza sosta per provare a sbloccare altri fondi, tirandoli fuori dal patto e inserendoli nella spesa sanitaria. Questi sono i motivi per cui la prima battaglia di questa Giunta è stata andare a Roma e chiedere di uscire dal Patto di Stabilità – ricorda l’assessore Paci – Ci siamo riusciti e quello che abbiamo firmato a luglio è un accordo storico, che ci eviterà in futuro situazioni gravi come questa, e che da gennaio ci permetterà di spendere tutto quello che la Sardegna incassa, senza gli assurdi vincoli del Patto. Vincoli che rischiavano di paralizzare per sempre potenzialità e sviluppo di un’intera isola, senza i quali dal prossimo anno riusciremo finalmente a dare risposte immediate anche a situazioni complicate e delicate come questa”.









