Tziu Mundicu Piroddi (in una recente foto) è il nonnino siliquese: il prossimo13 novembre compirà la bellezza di 110 anni (quasi 40.000 giorni vissuti), e consoliderà il suo record di longevità. Nella storia di Siliqua, infatti, nessun’altra persona è mai arrivata a quell’età. Tra l’altro, è l’uomo più longevo in Sardegna, secondo in Italia e undicesimo in Europa. Tziu Mundicu, ovvero Valerio Piroddi (questo è il suo vero nome), è nato a Villamassargia il 13 novembre 1905 nel villaggio minerario di Orbai, al confine con Siliqua. Rimase orfano del padre da bambino, quando aveva appena otto anni, poi si era trasferito a Siliqua assieme alla madre Maria Zedda (siliquese doc). Era stato il padre Nicolò a registrarlo all’anagrafe col nome Valerio. La madre, infatti, lo voleva chiamare Raimondo ed è per questo motivo che lo chiamarono “Mundicu”. Il nonnino siliquese, che da alcuni anni vive ad Assemini col figlio Aldo, la nuora Silvana e la nipote Federica, si era sposato con Antonia Cadeddu (mancata alcuni anni fa) dalla loro relazione erano nati tre figli: Aldo, Rosina e Anna. Sei sono invece i nipoti e tre i pronipoti. Fino all’età di 87 anni, l’arzillo nonnino andava a lavorare in vigna con la sua bici. Inoltre, fumava il sigaro sino all’età di 80 anni. A tavola è una buona forchetta: mangia di tutto, ma predilige le lumache al sugo, la trippa, il maialetto e le anguille arrosto. A volte però si accontenta anche di due uova fritte con cipolla. Il suo primo piatto preferito, invece, è la fregola sarda con la salsiccia. Poi, un buon bicchiere di vino rosso durante i pasti principali non gli deve mai mancare. E’ autonomo e lucido, guarda e commenta i programmi tv. Il suo medico quando lo visita dice che il suo cuore e la pressione sono perfetti. L’unico suo problema è il decadimento della funzione uditiva dovuta all’anzianità. Quando gli è stato chiesto qual è il segreto della sua longevità ha risposto senza esitazione: «Un vita all’aria aperta con cibo genuino, cucinato alla sarda, senza gli intrugli che vanno tanto di moda in questi tempi». Nella sua vita ha svolto principalmente il lavoro di bracciante agricolo, poi ha lavorato anche come minatore, manovale e carbonaio. Ha conosciuto le due guerre mondiali, malgrado non abbia prestato il servizio di leva: fu infatti riformato perché orfano di padre.













