Sharing Economy: il lato oscuro in Sardegna, regna l’illegalità

La denuncia di Federalberghi: “Dove sono i controlli?” Il presidente Paolo Manca:”Servono regole chiare contro i furbetti. Illegalità pazzesche soprattutto nel campo del turismo”


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Tutti affascinati dalla “sharing economy”, ma in realtà dietro questo paravento dove tutti possiamo condividere tutto si celano bolle di illegalità pazzesche, soprattutto nel campo del turismo. Fate come noi. Cercate di prenotare sui più famosi portali di affitti di case e bed and breakfast un fine settimana dall’8 al 10 agosto in Sardegna ed avrete migliaia di appartamenti disponibili dove troverete una serie di dettagli che farebbero gola a qualsiasi controllore del fisco e dell’ordine pubblico. Censirli tutti non è cosa facile, ma la situazione è pressoché monitorabile.

Tra questi appartamenti il 99% offrono, per locazioni brevi, l’intero locale e una parte importante dei cosiddetti host offrono più di due appartamenti. Abbiamo rilevato alcuni casi interessanti. Per esempio il signor A. offre ben 12 appartamenti, come la signora C.. Oppure la signora P. gestisce comodamente tre appartamenti, uno in Sardegna uno a Milano ed uno a Londra. Insomma delle vere e proprie attività imprenditoriali.

Certo niente a che vedere con il signor D. che in Italia gestisce 528 alloggi, o la signora B. che ne gestisce 455, ma fatte le debite proporzioni stiamo giocando un gioco dove le strutture regolari si trovano a partecipare con regole diverse. Leggere i post lasciati dai clienti è il massimo, infatti spesso il cliente non vede neanche la faccia del padrone di casa quando si presenta a prendere possesso dell’appartamento, ma le chiavi vengono lasciate dalla cugina o dal genitore o nei casi più assurdi nel bar o negozio vicino.

Siamo certi che questi signori faranno un regolare contratto di locazione? Avranno gli impianti a norma? Avranno fatto tutti i corsi sulla sicurezza? Comunicheranno alla questura gli alloggiati entro le 24 ore (è un obbligo di legge!)? Faranno pagare le imposta comunali? Rispetteranno i contratti di lavoro?

Apriamo il capitolo Bed and Breakfast. La norma è chiara. Se non sei attività imprenditoriale devi stare entro le 3 camere ed i 6 posti letto, ma soprattutto il proprietario deve essere residente e quindi vivere nell’abitazione. Una fetta importante di B&B non rispettano questi parametri e c’è chi beatamente mette in vendita appartamenti camuffati sotto questo nome. Tutto questo alla luce del sole di internet!

In questa parte oscura della sharing economy c’è chi addirittura vuole formare a pagamento nuovi Host con la promessa di rendere il proprio appartamentino redditizio in barba a tutte le norme sulla sicurezza, fisco e ordine pubblico. Proprio sul fronte dell’Ordine Pubblico ricordiamo che qualsiasi forma di ospitalità ed indipendentemente dalla durata del soggiorno sussiste l’obbligo di comunicare alla Questura le presenze.

Il fenomeno sta assumendo dimensioni sempre più grandi nell’indifferenza di coloro che devono fare i controlli in modo sistematico. Ribadendo la nostra posizione favorevole e di apertura verso chi rispetta la legge sia esso B&B, Case affitto vacanze o altro, rimaniamo in attesa si applichi il principio “stesso mercato stesse regole” e quindi che le regole del gioco siano uguali per tutti. I soliti noti (ovvero le imprese ufficiali) non possono più pagare per questi “furbacchioni  dell’appartamentino”, auspichiamo severi controlli da parte delle autorità competenti ad iniziare dai comuni, che oggi sono titolati a fare le verifiche.

Un secondo aspetto altrettanto importante è che in Consiglio regionale nella Commissione competente si sta discutendo un progetto di legge sul turismo. Ebbene Federalberghi non accetterà mai norme vaghe che vadano ad aprire spazi verso ricettività sommersa e lascino gradi di libertà e flessibilità che nelle strutture ufficiali non sono consentite. 


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