“Sesso con un quattordicenne”, sacrestano indagato: Sinnai sotto choc

La notizia dell’inchiesta in cui sarebbe coinvolto il sacrestano della parrocchia del paese ha sconvolto la comunità di Sinnai.


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E’ una comunità sotto choc quella di Sinnai, dopo la notizia di un sacrestano di 44 anni finito sotto inchiesta per presunti abusi sessuali nei confronti di un minorenne. Una vicenda che ha provocato sconforto e domande in chi conosce l’uomo, Giuseppe Cuccus, molto noto tra chi frequenta la parrocchia del paese nel Cagliaritano.

Le indagini sono state avviate dalla polizia postale nel 2012: sarebbe stato il Web, infatti, il mezzo tramite il quale sarebbero avvenuti i primi approcci con la vittima, un quattordicenne. I primi sospetti sarebbero maturati proprio dopo il controllo, da parte dei genitori, delle conversazioni del figlio su Facebook.

Una chat insomma, tra le quali righe sarebbe stato possibile trarre conclusioni che avrebbero spiegato il recente stato di inquietudine del ragazzino. Il quattordicenne, da estroverso e sociale, era ultimamente diventato scontroso e non parlava più col padre e la madre.

Si era chiuso a riccio – in base a quanto i genitori hanno raccontato alla polizia – e l’atteggiamento li preoccupava, al punto da volerci vedere chiaro. E così i sospetti avrebbero trovato conferma nelle conversazioni scoperte sul social network con il sacrestano: dialoghi che gli inquirenti hanno esaminato in ogni dettaglio e che avrebbero rappresentato soltanto l’inizio di quelli che sarebbero poi sfociati in incontri intimi.

Ed è proprio su facebook che conoscenti ed amici del sacrestano manifestano la propria incredulità: “Dopo tutti i post e i link con gli innumerevoli commenti – scrive Francesca – sento il bisogno di scrivere due parole in aiuto alle vittime di questa brutta storia. Conosco Giuseppe e gli sono vicina con tutta la fiducia che una persona come lui merita. Spero che riesca a trovare serenità tra le persone che gli vogliono bene e delle quali si è guadagnato la stima. Non so della presunta vittima, mi auguro per lui che possa superare nel migliore dei modi e con l’aiuto di seri professionisti, il trauma di questa brutta vicenda. Noi non siamo nessuno e non abbiamo nessun potere per giudicare o condannare. “Conosco anche io Giuseppe – aggiunge Claudia – e non avrei ma immaginato una cosa del genere”.