Serramanna, cittadini in rivolta dopo la chiusura di Ponti Nou: “Le strade alternative sono disastrate”

“Per raggiungere Serramanna dobbiamo percorrere anche 10 km tra buche e avvallamenti”. Il sindaco Littera rassicura: “La prossima settimana il piano degli interventi”


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Serramanna – “Basta strade abbandonate”, protesta dei cittadini dopo la chiusura del ponte pericolante: “I percorsi alternativi sono disastrati, dobbiamo percorrere non meno di 10 km per raggiungere Serramanna tra buche e avvallamenti”. Il sindaco Littera rassicura: “La prossima settimana avremo notizie certe riguardo gli interventi da adottare”.
Non si placano le polemiche e le proteste da parte di centinaia di cittadini dopo la chiusura improvvisa di Ponti Nou avvenuta meno di un mese fa, unico accesso rapido situato nella periferia del paese che consentiva il collegamento tra il centro abitato e numerose aziende, residenze private e vie di collegamento come quella per Villacidro.
La minoranza tuona e scende in campo anche il movimento Unidos che raccoglie le numerose richieste da parte della popolazione affinché la situazione possa essere sbloccata al più presto: “Dopo un’intensa serata di incontri con le delegazioni di agricoltori e cittadini chiediamo che non si perda un solo minuto di tempo – spiega il coordinatore locale Michele Melis – si sta mettendo in pericolo un intero comparto agricolo, miniera di agrumeti che si estendono fino ai confini con Villacidro, eccellenze del Medio Campidano, per non parlare delle intere famiglie costrette ogni giorno a sacrifici economici smisurati. Si acceleri sulla ricerca di finanziamenti per il ripristino del prezioso ponte”. L’amministrazione comunale è al lavoro per risolvere la questione il prima possibile:
“Siamo in attesa di effettuare un sopralluogo per quanto riguarda il ponte temporaneo, in settimana – spiega il sindaco Gabriele Littera – dovrebbe essere posizionata la cartellonistica provvisoria  orizzontale e verticale in tutte le strade che oggi conducono traffico verso il ponte, il
ripristino di due tratti di manto stradale in due percorsi alternativi, Cimentau e Bia Casteddu. La sfrondatura e pulizia dei canali laterali nei due percorsi citati e prevediamo che, nell’arco di una settimana, siano concluse anche le indagini, che sono ancora in corso, rispetto alla qualità dei materiali costruttivi del ponte che ci aiuteranno a capire se potrà essere oggetto di ristrutturazione da poter attuare”. Insomma, solo questione di giorni per capire come poter ridurre i disagi ai cittadini?: “Si, da quando abbiamo disposto la chiusura è trascorso nemmeno un mese e con gli addetti ai lavori si era parlato di circa tre, quattro settimane per completare gli studi. Quindi, orientativamente la settimana prossima si dovrebbero avere notizie più rilevanti”.
Un vecchio ponte, “non è in grado di reggere neppure il proprio peso” si legge nella relazione consegnata al Comune, l’ennesima arteria di collegamento che potrebbe trasformarsi in una trappola mortale per centinaia di persone che, sino al 26 gennaio, l’hanno percorsa tutti i giorni.  “L’amministrazione sta affrontando il problema della chiusura di Ponti Nou in maniera personalistica senza coinvolgere il consiglio comunale. Chiudere un ponte – comunica il consigliere di minoranza Carlo Pahler – senza avere delle soluzioni immediate sta arrecando grossi disagi e danni alla popolazione e alle aziende. L’amministrazione non ha pensato nell’immediato neppure alla segnaletica stradale indicando le deviazioni causando danni alle aziende che si stanno vedendo dimezzato il loro fatturato. A questo si somma poi il rincaro dei prezzi di carburante, l’invio da parte del comune delle bollette in ritardo di tre anni che sta portando la popolazione ad una condizione di forte pressione nel vivere il quotidiano. L’agricoltura è in ginocchio per i rincari e gli si chiede di percorrere un’ora di tempo all’andata e un’ora in più al ritorno per raggiungere i terreni con l’insicurezza di passare in una strada statale trafficata a rischio della propria vita.  Dietro il ponte vivono oltre 300 famiglie: perché non attivare subito un servizio bus sostitutivo per aiutare le famiglie a raggiungere il territorio, la scuola e i servizi? Poteva essere una soluzione immediata. Gli uffici hanno chiamato le famiglie per suggerire loro di iscrivere i propri figli in altri comuni perché non avevano i soldi necessari a bilancio per sostenere i rimborsi carburanti. Anche la comunicazione adottata dall’amministrazione è carente: dal sito ufficiale del comune non traspare alcuna notizia. Non si è neppure comunicato per tempo la chiusura del ponte.  Le informazioni arrivano frammentate attraverso le chat private tramite un passaparola tra amici e parenti vicini al sindaco. Abbiamo chiesto la convocazione di un consiglio in urgenza per dare risposte certe nelle sedi istituzionali. Una situazione di irresponsabilità da parte dell’amministrazione che ancora non chiarisce realmente quello che è stato fatto o meno. Ogni persona o gruppo che parla con il sindaco ha la risposta che desidera. La realtà è una altra: attendiamo di vedere le carte ufficiali, il resto sono solo parole al vento”.


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