Accusati di sequestro e violenza sessuale: assolti dopo 7 anni i gestori del centro migranti di Senorbì

Fine dell’incubo Massimo e Giovanni Melis, padre e figlio di 58 e 28 anni, titolari della Solidarity Sardinia l’associazione che sino al 2015 gestiva un centro di accoglienza per migranti a Senorbì. Tutte le accuse sono state smontate nel corso del dibattimento. “Ora è finita. Ma qualcuno dovrà darci delle spiegazioni”


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Sette anni di incubo. Ma alla fine le accuse di sequestro di persona e violenza sessuale a carico Massimo e Giovanni Melis, padre e figlio di 58 e 28 anni, titolari della Solidarity Sardinia l’associazione che sino al 2015 gestiva un centro di accoglienza per migranti a Senorbì, sono state smontate nel corso del dibattimento. E i due sono stati assolti perché “il fatto non sussiste”. La notizia sul quotidiano L’Unione Sarda.

Una vicenda a lieto fine per i Melis. L’indagine è partita nel 2015 da un’ipotesi ricatto a sfondo sessuale ai danni di una nigeriana. Da lì erano patite le successive accuse di sequestro di persona, (gli immigrati avevano dichiarato di non poter uscire dall’abitazione) e di violenza sessuale per atti sessuali commessi dietro la presunta promessa di concessione del permesso di soggiorno. Ma nel corso del corso del dibattito le accuse sono cadute, anche a causa delle numerose contraddizioni.

“C’è qualcuno dietro che ha mosso le fila”, spiega Massimo Melis, “ci fa piacere che sia terminata. Ma non siamo stati creduti all’inizio. Hanno voluto montare la questione, anche perché il nostro centro non avevamo santi in paradiso. Dovranno darci delle spiegazioni”.


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