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Circa un anno fa, durante un’escursione nelle campagne di Selargius, Carlo Desogus (ex Ispettore
Onorario della Soprintendenza ai Beni Archeologici) con alcuni membri del gruppo archeologico
selargino, notò un teschio umano dipinto con il catrame infisso su un muro di cinta di una casa di
campagna in località Cuccuru Angius.
Carlo Desogus cosa accadde quando notò il teschio?
Chiesi informazioni al proprietario della casa sulla provenienza di tale reperto e mi rispose che fu
rinvenuto durante i lavori di costruzione dell’edificio, e che lo dipinse di catrame per appenderlo sul
muretto di cinta. Mi permise di fotografarlo, ma l’indomani tornai sul luogo e chiesi al proprietario
di poter studiare meglio il reperto, mi disse che poteva anche regalarmelo e così venni in possesso
del teschio che appariva fossilizzato.
Notò altro nei pressi dell’abitazione?
In effetti, nei pressi della casa rinvenni alcuni strumenti litici che credo siano neolitici, a
dimostrazione che in tempi antichi il sito era frequentato.
Cosa accadde in seguito?
Lo portai a casa e iniziai la difficile opera di pulitura, mi accorsi subito della presenza di un
bastone, anch’esso fossilizzato, conficcato nell’orbita destra del teschio. Realizzai allora di avere per
le mani un reperto molto antico e che probabilmente la presenza dell’uomo in Sardegna fosse da
anticipare di parecchi millenni.
A quel punto quale fu il suo pensiero?
Mio malgrado pensai di consegnarlo alla Soprintendenza ma al momento della consegna
l’entusiasmo e la curiosità dei ”titolati” fu quasi zero, nessun commento, anzi a qualcuno sfuggi la
frase,”… ma questo è sicuramente un falso oppure nella migliore delle ipotesi un calco..”. Ora,
ammesso e non concesso che si tratti di un calco, dovrà pure esistere l’originale o no?
E quindi quale fu l’epilogo della vicenda?
Consegnai il reperto alla presenza dei membri del gruppo archeologico e lo registrai. Chiesi alla
funzionaria di farmi avere il verbale di consegna e di tenermi informato sulle analisi del teschio ma
inutilmente. Passarono mesi e non seppi più nulla. Nel frattempo mi recai al deposito con un amico
geologo per farmi dare un parere e la risposta fu che poteva appartenere all’ Homo Sapiens Sapiens.
Dopo diversi mesi chiesi ancora notizie alla Soprintendenza e mi risposero che per loro non aveva
nessuna importanza archeologica. Allora ne chiesi la restituzione ma si opposero. A questo punto
spero che non finisca nel dimenticatoio o peggio…