Segretari e bidelli sardi furiosi: “Umiliati con l’elemosina’ di 6 euro”

La beffa arriva dopo dieci anni di attesa: il rinnovo in busta paga per il personale scolastico è di un pugno di euro: “Sei euro e mezzo lordi, siamo mortificati e inascoltati. Pronti a bloccare le scuole”. Mercoledì protesta a Cagliari, sotto la sede dell’Ufficio scolastico regionale


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Pochi, pochissimi soldi “nuovi” in busta paga: 6,50 euro lordi, che netti diventano una cifra talmente piccola che – dopo dieci anni di attesa – manda su tutte le furie il personale Ata delle scuole della Sardegna. Direttori amministrativi, segretari, impiegati e bidelli sono pronti a scendere in piazza per protestare, con un flash mob, davanti all’Ufficio scolastico regionale della Sardegna. “Il nuovo aumento previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro ci mortifica sia sul piano giuridico sia sul piano economico. Sei euro e cinquanta lordi, con arretrati irrisori”, denuncia Andrea Pala, presidente regionale dell’Anquap (Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche).
“Dopo oltre un decennio di dimenticanze, discriminazioni e maltrattamenti subiti dai direttori e dal personale delle scuole, abbiamo deciso di reagire alzando il tono della protesta e avanzando specifiche e puntuali proposte. Parliamo di un personale che si occupa dei servizi amministrativi, tecnici ed ausiliari erogati, quotidianamente, nelle 8348 istituzioni scolastiche presenti sul territorio
nazionale. L’aumento non può essere di soli 6,50 euro, ma di almeno cento”. Mercoledì l’obbiettivo è quello “di chiedere al direttore regionale Francesco Feliziani di ricevere una delegazione che consegnerà al dirigente Miur della Sardegna un documento che riassume i motivi del dissenso”. Tra i punti, oltre alla questione economica, anche “la fine delle esternalizzazioni per i servizi di pulizia e sorveglianza, col reintegro di 12mila collaboratori scolastici” e il via al “concorso per coprire 1500 posti oggi vacanti, destinati a diventare 2200 dal primo settembre 2018”.