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Forza Italia e tutti i gruppi di minoranza del Consiglio regionale vogliono fare chiarezza sulla presenza d’amianto e di sostanze chimiche inquinanti in Sardegna per le quali è indispensabile procedere con una adeguata bonifica. Così è stata presentata oggi, in Consiglio Regionale la richiesta d’istituzione di una Commissione d’inchiesta finalizzata a stabilire, con chiarezza, la “Presenza d’amianto in Sardegna, le conseguenze e ripercussioni sulla salute dei lavoratori”.
I partiti allargano la preoccupazione per la notizia di giorni fa: in aggravio all’incendio che ha distrutto la EcoX di Pomezia, a Sud di Roma nelle ultime ore, è sopraggiunto il pericolo amianto, a suo tempo incapsulato nelle coperture del tetto dei capannoni. L’Osservatorio Nazionale Amianto si è rivolto alle istituzioni competenti affinché adottino le giuste misure precauzionali, imponendo anche il divieto di commercializzazione e consumo di prodotti agricoli coltivati nel raggio di 5 km, massima scrupolosità nella pulizia di strade e locali pubblici, con getti d’acqua per eliminare residui di fibre di amianto, e la dotazione temporanea di mascherine per evitare l’inalazione.
Che l’amianto sia pericoloso per gli uomini in quanto causa di gravi conseguenze per la salute è un dato di fatto. Dall’inalazione di fibre del minerale potrebbero verificarsi patologie come la mesotelioma, il tumore al polmone e altri cancri delle vie aeree e del tratto gastrointestinale.
Primo firmatario Pietro Pittalis, tutti i capigruppo e consiglieri di minoranza del Consiglio regionale della Sardegna hanno aderito alla richiesta d’istituzione della commissione d’inchiesta concordando di predisporre strumenti normativi che tutelino i cittadini, con particolare riferimento ai lavoratori che sono stati a suo tempo esposti al contatto con l’asbesto, e di stabilire il loro attuale stato di salute mediante un accurato monitoraggio sanitario. Inoltre puntano il dito e chiedono la dismissione totale dell’amianto nell’isola, poiché gli effetti di questo materiale sono mortali.
Pietro Pittalis, capogruppo di FI, vuole chiarezza: «Da parte del Governo vogliamo valide motivazioni sul perché i lavoratori sardi non hanno avuto i benefici della L.257/1992 mentre quelli di Porto Marghera, Brindisi e Ravenna ne hanno beneficiato. Ancora. I sardi non hanno mai avuto accesso alla tutela sanitaria specifica degli ex esposti all’amianto sebbene in Sardegna la L.R. n°22 del 2005 ha istituito il registro e affidato tutto allo SPRESAL».
Tra i quesiti posti dai consiglieri c’è anche quello che si chiede: «Quali siano i criteri adottati dalla CONTARP, commissione di accertamento rischio lavorativo dell’INAIL, per accertare che in Sardegna l’amianto è stato utilizzato in quantità esigua». A gran voce tutti i partiti firmatari chiedono ancora una verifica sullo stato di inquinamento da trielina, accertato dall’ARPAS a seguito dei piani di bonifica eseguiti dalle ASL a Ottana e Assemini. Pittalis specifica: «I lavoratori oltre all’amianto, utilizzavano sostanze cancerogene come trielina, di metilacetamide, benzene, paraxilene, radiazioni ionizzanti, acido tereftalico. Ad Ottana sono stati accertati tre casi di mesotelomia pleurico, tumore rarissimo, sentinella della presenza di amianto nel posto di lavoro. Sullo stesso paese sono deceduti centinaia di lavoratori a causa di tumore polmonare, carcinoma alla laringe, carcinoma al colon ed epatico, con casi di linfoma causati dalla trielina».