Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
Emergono luci e ombre dai dati del Programma nazionale esiti nella parte che riguarda la Sardegna. Rimane alto il ricorso al parto cesareo, migliorano i tempi di intervento per la frattura del femore, eccelle la cardiochirurgia.
PNE. Il Programma nazionale esiti è sviluppato da Agenas per conto del Ministero della Salute e fornisce a livello nazionale valutazioni comparative di efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure prodotte nell’ambito del servizio sanitario. Gli ambiti di valutazione sono, per quanto riguarda la funzione di produzione, le singole aziende ospedaliere/stabilimenti ospedalieri e, per quanto riguarda la funzione di tutela o committenza, le aziende sanitarie locali/province.
DATI SARDI. Il quadro della situazione del sistema sanitario sardo – riferito al 2015 – è stato presentato oggi, in un incontro alla Cittadella universitaria di Monserrato, organizzata dall’Assessorato regionale della Sanità, con l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. Relatori il referente del Sistema Monitoraggio dell’Agenas, Mario Braga, e la referente del Pne, Marina Davoli, con Alice Basiglini, il direttore generale dell’Assessorato della Sanità, Giuseppe Sechi, Federico Argiolas, del Servizio Qualità dei servizi sanitari della Regione, Nicola Orrù, direttore sanitario AOU di Sassari.
ARRU. L’assessore della Sanità, Luigi Arru, nel suo intervento ha sottolineato l’iperframmentazione del sistema sanitario sardo, che emerge anche dal Pne. “Serve il coraggio di fare scelte su modelli organizzativi diversi – ha detto Arru -, le nostre Direzioni generali devono lavorare per modificare l’assistenza, uniformarla, nell’esclusivo interesse del cittadino. E’ evidente che c’è un problema di volumi di attività e ora abbiamo anche gli esiti che ci dicono che dobbiamo cambiare, tutti insieme, in un’ottica di integrazione. Per questo – ha concluso – rivolgo un appello al Consiglio regionale, perché la Sardegna ha bisogno di avere quanto prima la riorganizzazione della rete ospedaliera”.