Nonostante la sanità pubblica in Sardegna preveda servizi di prevenzione, accedere agli esami diagnostici essenziali rimane, ancora oggi, un percorso ad ostacoli. È quanto denuncia un cittadino a Casteddu Online, segnalando l’impossibilità di prenotare una colonscopia preventiva. “La colonscopia non risulta prenotabile in tutta la regione, ogni tanto si libera qualche posto, a Nuoro, a novembre del 2028”, afferma. E aggiunge: “Ci rendiamo conto di cosa accade?” eppure, “In privato, ovviamente, c’è posto anche domani”. Parole che riflettono una situazione critica, in cui l’accesso agli esami attraverso il servizio sanitario nazionale sembra un’utopia.
“La sanità è completamente allo sbando, vengono mangiati un’infinità dei soldi pubblici dalle tasse dei contribuenti senza avere servizi, curano mezzo mondo che viene in Italia a curarsi gratis senza pagare nulla. A questo punto tanto vale che la sanità venga privatizzata”. Non si tratta di un caso isolato, numerose sono le segnalazioni di cittadini che, attraverso il portale dedicato, tentano inutilmente di prenotare accertamenti diagnostici. Quando disponibili, le poche date utili si concentrano soprattutto nelle province del nord Sardegna, spesso difficili da raggiungere, soprattutto quando l’esame richiede una preparazione specifica, come il digiuno. Questo scenario implica che, in presenza di un sospetto tumore o di altre urgenze, il cittadino non possa effettuare l’esame in tempi utili presso una struttura pubblica. L’unica alternativa resta il ricorso alla sanità privata, con costi a carico del paziente. L’accesso alla prevenzione, elemento fondamentale per una sanità efficace, appare quindi compromesso. In Sardegna, più che un diritto, sembra ormai essere diventato un privilegio riservato a chi può permetterselo.