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Arrivo e rimango disorientato.
Fumo, puzza di bruciato e gente ovunque.
Vedo il signore che abita nel piano sopra il mio studio che si affaccia da una finestra, circondato dal fumo.
Normalmente è un uomo silenzioso ed è raro sentirgli proferir parola. Nemmeno oggi pare scomporsi.
Si sentono anche delle urla…la moglie disperata. Lei invece mi capita ogni tanto di sentirla, in particolar modo in occasione dei suoi ormai epici “scambi di opinione” con il vicino.
Mi affaccio nel retro della casa, c’è fuoco ovunque si sente crepitare e ogni tanto qualcosa che esplode.
Apro lo studio con prudenza, mi aspetto che il fuoco sia anche li, per fortuna non è così.
Mi si avvicinano delle persone e mi chiedono se c’è una scala interna. No non c’è, sono unità separate.
Riesco, un delirio, la signora urla ma non si capisce dov’è. Ogni tanto si affaccia e poi sparisce inghiottita dal fumo.
Un ragazzo con la maglietta bianca urla, anche lui, incazzato “una scala nessuno ha una cazzo di scala…”
Ha ragione, penso, la situazione sembra degenerare e chissà se i vigili del fuoco arriveranno in tempo.
Mi ricordo che nel bagno ho una scala, rientro guardando preoccupato le finestre, mi hanno detto che nel cortile hanno visto delle bombole, afferro la scala ed esco come un fulmine dimenticando chiavi e cellulare dentro.
Mi rendo conto, una volta fuori, che è troppo piccola, non basta.
Intanto il ragazzo che urlava arriva con la scala, sempre urlando “ma ci voleva molto a trovare una cazzo di scala eh…”
Ha ragione mi sento un po in colpa e anche un po ridicolo, come spiegarlo?
Freneticamente aprono la scala e in due o tre si fiondano coraggiosamente su a prendere la signora affacciata alla finestra.
Questa urla e non ne vuol sentire di scendere, sembra disperata per la casa, ma non c’è scelta e anche il tempo inizia a essere poco.
La convincono e riescono a farla scendere, il marito, dov’è il marito? Sembra sia giu anche lui, si lo vedo.
Le fiamme aumentano, aumenta il fumo e il rumore dei botti.
La strada si riempie dei vetri delle finestre della casa che saltano e invadono la strada.
Rabbrividisco, arrivano finalmente i vigili e inondano la casa di acqua estinguendo l’incendio.
Uno dei ragazzi di cui, mi scuso, ma non ricordo il nome (Pilia?) mi dice che, nella concitazione ha perso i suoi Ray Ban. Alla fine, mettendo un po a posto, perlomeno quello che si può, li cerco, ma non riesco a trovarli. Mi dispiace.
Ormai l’incendio è domato, e dopo aver temuto di veder lo studio andare in fuoco e fiamme, ora lo osservo mentre si riempe piano piano d’acqua. Sembra quasi che in alcuni punti piova.
Penso che da qualche parte ci deve essere qualcuno con un gran senso dell’ironia…
I vetri in strada son pericolosi mi dico, con un po di buona volontà prendo scopa e paletta.
Come esco mi si presenta un angelo ” non è che hai un’altra scopa?” mi dice. Ha la mascherina e non la riconosco subito, è Maria Sciola Stone, subito dopo si aggiunge anche l’amico e vicino Tore Spiga. In un battibaleno la carreggiata e il marciapiede sono liberati dai frammenti di vetro.
Andando via, uno dei vigili del fuoco indicandomi proprio la finestra da dove hanno preso la signora, mi dice “quelle stanze sono distrutte al 50% dal fuoco”.
Guardando meglio nella direzione indicata vedo che ‘una parte di intonaco è venuto giù.
Credo che l’intervento di questi coraggiosi, che hanno rischiato non poco, abbia salvato la vita a questa signora.
Vi conosco ma non son riuscito a ricollegare i vostri volti a un nome, mi farebbe piacere incontrarvi magari per offrirvi una birra fresca in grado di toglierci dalla gola un po di fuliggine e ringraziarvi a nome della Comunità.
Siete stati grandi.
Enrico Collu, sindaco di San Sperate