“Salviamo la diga di Gutturu Mannu. Affidiamola al parco e ai giovani”

La proposta di Paolo Truzzu: salvare la diga di Gutturu Mannu a Monte Arcosu, creando anche nuovi posti di lavoro

 “Salviamo la diga di Gutturu Mannu, micro habitat e oasi faunistica nella riserva di Monte Arcosu”. 

Lo chiede Paolo Truzzu, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An, dopo che una delibera regionale ha imposto la demolizione della struttura e il conseguente svuotamento del bacini, in quanto nessuno da tempo ne cura la manutenzione.

“Utilizziamo gli 800mila euro stanziati dalla Ras per l’abbattimento della diga per avviare un progetto di gestione dell’invaso da affidare al Parco” – è la controproposta di Truzzu – preserveremmo così l’ambiente e creeremmo uno strumento di sviluppo economico e sociale”.

I fatti. La diga di Sant’Antonio sul Rio Gutturu Mannu è una diga, realizzata nel 1957, in calcestruzzo, di circa 20 metri di altezza, e forma un lago con una capacità di circa 200mila metri cubi, nella riserva naturale di Monte Arcosu, usata in passato per scopi industriali e irrigui, rientra nella competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ufficio tecnico per le dighe di Cagliari, e non ha un concessionario e di conseguenza è priva della necessaria vigilanza e controllo ai fini della pubblica incolumità e sicurezza anche perché nessuna delle amministrazioni territorialmente competenti ha manifestato il proprio interesse a gestire l’opera. A luglio del 2015 l’Ufficio tecnico delle dighe di Cagliari ha rimarcato la necessità della definitiva dismissione della diga, perdurando lo stato di abbandono delle opere e le situazioni di pericolo conseguenti aggravate dall’invaso non controllato del bacino.

“Il servizio del genio civile ha effettuato una stima dei lavori necessari alla demolizione della diga, valutando in 800 mila euro le somme necessarie, ma – ricorda Truzzu – la diga nel corso di questi 50 anni ha creato un micro habitat di pregio per specie vegetali e faunistiche, in un territorio che oggi appartiene a pieno titolo al Parco di Gutturu Mannu. La demolizione della diga appare quanto mai assurda e paradossale – continua – perché da un lato potrebbe generare non pochi problemi di natura ambientale proprio all’interno di un Parco, dall’altro si rinuncerebbe all’utilizzo del bacino a scopi antincendio, per cantieri forestali nonché per il possibile avvio di progetti di sviluppo locali tramite il turismo naturalistico, la realizzazione di un punto ristoro e anche attività sportive acquatiche”. 

Da qui la proposta dell’esponente del movimento di Giorgia Meloni: “Diamo gli 800mila euro necessari alla demolizione direttamente al Parco del Gutturu Mannu, al fine di avviare un progetto di gestione della diga e di sviluppo economico e sociale in chiave turistico sportiva del territorio anche tramite l’affidamento a cooperative giovanili, come richiesto dalla stessa popolazione di Capoterra”.


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