Riforma Enti Locali: incontro a Sassari Erriu e sindaci Nord Sardegna

Riavviato un percorso di ascolto dei territori e degli amministratori locali per costruire un Piano di riordino territoriale che sia il più condiviso possibile


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La gestione associata delle funzioni da parte dei Comuni più piccoli, cioè al di sotto dei 5mila abitanti, viene da lontano: se ne discute ormai dal 2010. È un processo inarrestabile che prima o poi toccherà anche le funzioni più importanti delle Amministrazioni comunali. Il tema della gestione associata delle funzioni non è più soltanto una questione italiana, visto che altre realtà europee stanno affrontando il problema. Di questo si è parlato questa mattina a Sassari nel corso dell’incontro con i sindaci del Nord Sardegna, convocato dal sindaco di Sassari Nicola Sanna per fare il punto sullo stato di attuazione della riforma degli enti locali dell’Isola.

“Da qualche settimana – ha sottolineato nel suo intervento l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu – la Regione ha riavviato un percorso di ascolto dei territori e degli amministratori locali per costruire un Piano di riordino territoriale che sia il più condiviso possibile, ma con un ruolo guida da parte della Regione per cercare di affrontare, condividere e risolvere le problematiche che i Comuni chiedono di risolvere. Questo percorso è uno strumento utilissimo per la stessa Regione, in quanto l’ordine istituzionale che andrà a costituirsi sarà un punto di riferimento per le future politiche regionali di programmazione”.

Erriu ha poi rimarcato che “la grande opportunità che gli amministratori locali devono riuscire a cogliere in questo frangente storico è che le aggregazioni territoriali che si andranno a costruire guideranno tutti gli altri processi: ad esempio, PLUS, programmazione territoriale, GAL. Questa occasione deve essere colta in tutta la sua portata innovativa e strategica”.

I Comuni più grandi e strutturati come Sassari e Alghero,  secondo l’assessore degli Enti locali, “devono mostrare uno slancio di generosità verso i Comuni più piccoli e deboli che faranno parte delle aggregazioni territoriali come la Rete metropolitana.  E avranno a tal riguardo una responsabilità maggiore nella costruzione della stessa Rete e delle altre Unioni di Comuni previste dalla legge regionale n. 2/2016”.