Camicia bianca, cravatta e pantaloni neri, arriva poco dopo le 18.45 sul palco, accanto ai tenores di Neoneli che gli danno il benvenuto a nome del popolo sardo, dopo aver intonato alcuni canti prima che il premier cominciasse a parlare. Poi uno scrosciante applauso da parte del numeroso pubblico in sala, al Pala Congressi di viale Diaz, ha accolto Matteo Renzi che ha cominciato ad illustrare le ragioni del Sì per il referendum del prossimo 4 dicembre, una riforma – ha detto – “che gli stessi italiani stanno aspettando da almeno 20 anni”.
Tanti i sindaci, amministratori di altrettanti comuni intervenuti al comizio. Ma la sua visita in Sardegna fa da preludio per la firma del patto territoriale per il rilancio economico sardo, atto formale che domani mattina sarà firmato con una risorsa a “pioggia” con 168 milioni di euro per gli accorgimenti e opere pubbliche per l’Area Vasta, formalità prevista con il “Patto” a Palazzo Viceregio con il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Il presidente del Consiglio ha usato parole forti stasera alla Fiera, La Sardegna ha bisogno di questi soldi, lo merita come Regione che lotta per la disoccupazione, come altri territori che soffrono, “lotterò come un leone per il Sì al referendum, lo faccio per gli italiani, per la mia famiglia”, poi i casi nazionali tracciati e snocciolati parlando di Grillo, Berlusconi, D’Alema.











