Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
A distanza di 10 mesi dall’approvazione dell’elenco dei progetti di servizio civico volontario, la Regione Sardegna non ha ancora provveduto alla stipula delle convenzioni e all’erogazione dei contributi agli oltre 130 enti risultati idonei a offrire un’opportunità lavorativa ai circa 700 disoccupati sardi selezionati dagli organismi senza finalità di lucro dell’isola. Ed è per questo che oggi va all’attacco con una nota durissima il comitato “Servizio Civico Volontario Sardegna – annualità 2012”. “Dopo l’appello sui giornali dello scorso agosto siamo ancora di fronte a una situazione assurda. Ricordiamo che il servizio civico volontario è una delle politiche attive del lavoro attuate dalla Regione Autonoma della Sardegna. I progetti presentati e finanziati potevano coinvolgere i non occupati, residenti in Sardegna, a partire dai 18 anni di età e in età lavorativa, rientranti in una delle seguenti categorie: adulti, donne, fasce deboli, giovani sotto i 32 anni e beneficiari del Piano straordinario per l’Occupazione 2011.
Il bando risale a novembre 2012 e l’inizio dei progetti era previsto per aprile 2013. Dopo una serie di assurde motivazioni già poste precedentemente all’attenzione della stampa, finalmente a metà ottobre giunge comunicazione da parte della Regione Sardegna a tutti gli enti no profit, in cui si invitavano questi ultimi alla compilazione della convenzione che sarebbe poi stata stipulata entro metà novembre in seguito a convocazione da parte della Regione stessa.
Ieri l’ennesima e allucinante mazzata. La Regione Sardegna comunica che in seguito a chiusura anticipata dell’esercizio finanziario 2013 nessun contributo verrà erogato alle associazioni entro l’anno; chi può permettersi di anticipare i compensi ai beneficiari può partire , agli altri non resta che aspettare l’inizio del 2014, sempre che non decidano di anticipare a gennaio 2014 la chiusura dell’esercizio finanziario 2014. Ormai ci aspettiamo di tutto. Insomma una beffa enorme. Un danno pesantissimo per piccole cooperative e imprese non-profit che hanno programmato il loro lavoro tenendo conto che da settembre ci sarebbero state all’interno del proprio organico nuove figure professionali competenti. Un danno pesantissimo per le centinaia di giovani che in attesa di cominciare questo percorso professionale hanno spesso rinunciato ad altre occasioni e proposte. Insomma esistono tutti i presupposti per intraprendere un’azione legale contro la Regione Sardegna. Già in passato domandammo garanzia sui tempi e sull’erogazione dei fondi, chiarezza nelle informazioni e correttezza da parte della Regione Sardegna. I giovani disoccupati sardi e gli enti no profit non meritano di essere vittime della burocrazia e delle inefficienze dell’amministrazione regionale”.