I tentativi li hanno fatti, da anni e soprattutto negli ultimi mesi quando, oltre che a tornare a bussare alla porta di assistenti sociali, Asl e psichiatra, si sono pure rivolti a Casteddu Online. Il fallimento, però, è totale. Per Sara Mameli, 31enne di Quartu affetta da vari disturbi di salute gravi e sordomuta, l’unico aiuto garantito è rappresentato da una educatrice che può seguirla per 9 ore. Al giorno? No, alla settimana. Una bazzecola, un granello di sabbia rispetto al vasto deserto di solidarietà nel quale si trova sia la giovane sia i suoi due genitori. “Centocinquantanove ore senza nessuna assistenza, per una ragazza che dal 2009 era seguita dalla psichiatria, è un insulto”, afferma il padre, Salvatore Mameli. “Ci dicono che dobbiamo accontentarci degli aiuti che abbiamo grazie alla legge 162, ma tutti sanno che non potranno mai bastare, soprattutto se io e mia moglie non lavoriamo e stiamo per perdere il reddito di cittadinanza”. Il padre della trentunenne sostiene che le assistenti sociali abbiano trovato, sinora, poche soluzioni: “Avremmo almeno gradito poter scegliere gli orari di aiuto dell’educatrice, ma ci è stato negato e lei, dopo un po’, se n’è andata”.
E così, come in un terribile e triste gioco dell’oca, la famiglia della giovane è tornata alla casella di partenza: “Passeremo l’ennesimo Natale di tristezza e difficoltà, destinata ad aumentare a gennaio, quando non avremo più nemmeno il bonus del Governo. Il Comune e le varie istituzioni devono aumentare i fondi per l’assistenza di persone con patologie come mia figlia. La schizofrenia può essere tenuta sotto controllo solo e soprattutto se si può contare sull’aiuto di una figura esperta e formata adeguatamente”.










