È caduta in casa, mentre stava sbrigando delle faccende domestiche, e si è fratturata il braccio destro. Enrica Satta, 40enne quartese, è stata portata al Policlinico di Monserrato, nel reparto di Ortopedia ha trascorso dodici lunghissimi giorni senza finire mai in sala operatoria: “E, quando mi hanno comunicato che, per sicurezza, avrebbero dovuto mettermi in isolamento per cinque giorni, a causa della mia compagna di stanza positiva al Covid, ho deciso di firmare le dimissioni e andarmene”. La donna attacca “non i medici dell’ospedale, hanno le mani legate”, bensì “le istituzioni che hanno portato la sanità a questi livelli, bassissimi”. La Satta ha sperato di finire sotto i ferri tante volte: “Soffro di attacchi di panico e ansia, immaginatevi cosa vuol dire per me stare tutti quei giorni in un ospedale. Mancava personale, ho sentito che c’era anche carenza di anestesisti, ecco perchè non mi chiamavano mai”. Ma, unitamente al foglio delle dimissioni, “ottenute senza problemi, gli stessi dottori mi hanno detto che non siamo mica in carcere”, alla quarantenne è stato chiesto di tornare per un tampone: “E sono tornata, due venerdì fa, di mattina. Mi avevano promesso che, se fossi risultata negativa, mi avrebbero chiamato e domenica sera sarei stata nuovamente ricoverata per l’intervento. Ma non è accaduto nulla di tutto ciò”.
“Sono a casa, praticamente bloccata. Domani le mie due figlie ritorneranno a scuola e starò tante ore da sola, senza nemmeno poter pulire il bagno o le altre stanze della casa. Sto pregando ogni minuto il Signore, spero che le istituzioni facciano qualcosa per migliorare casi come il mio”. E, soprattutto, “mi auguro che mi confermino, quanto prima, una data sicura per l’intervento al braccio”.









