Crolla la moda e sale alle stelle l’enogastronomia. Ristoranti e bar ‘sostituiscono’ i negozi di abbigliamento che chiudono, ma il settore è ancora difficile: un’impresa su due cessa entro i primi tre anni di vita.
Confesercenti: più formazione e meno fisco per sostenere le imprese che segnano il rilancio.
L’Osservatorio Confesercenti presenta dati confortanti per il mondo della somministrazione anche in Sardegna. Mentre i negozi tradizionali continuano a diminuire, la crescita di bar e ristoranti sembra aver subito negli ultimi anni una vera e propria impennata, se nel resto d’Italia, in particolare nel Mezzogiorno la crescita di questo tipo di attività sarebbe aumentata anche del 13% (si veda la Sicilia), anche la Sardegna si pone in pole position con un 9,4% (nel 2012 le attività di somministrazione erano 11.171, ad agosto 2016 sono 12.217 un saldo positivo di 1.046. Ma i trend sembrerebbe in crescita.
E’ quanto emerge dalle rilevazioni dell’Osservatorio sulla natimortalità delle imprese del turismo e del commercio dal 2012 al 2016.
Questi dati confortanti relativi a bar e ristoranti, però non devono far credere che le difficoltà siano finite. All’aumento del numero di questa tipologia di attività, infatti, è corrisposto anche un aumento del livello di competizione: quasi un’impresa su due nel settore della ristorazione chiude entro i primi tre anni di vita.
“Pesano tantissimo le tasse, Tari e Tasi sono particolarmente esose per ristoranti e bar – commenta Roberto Bolognese, vice presidente vicario Confesercenti Sardegna – ma soprattutto la formazione. Quando la competizione è alta non ci si può improvvisare se si vuole avere più opportunità di successo”
La direzione sembrano averla lanciata gli stessi consumatori, che pare abbiano abbandonato la passione per la moda, ma dedicando gran parte della propria economia all’enogastronomia che non ha dato cenni di frenata. A crescere in particolar modo i ristoranti, o comunque le attività che fanno anche ristorazione dove spesso molti bar si collocano, offrendo alla clientela pasti veloci per il pranzo e aperitivi.
Si sta segnando una vera e propria svolta nel commercio? Difficile dirlo. Ma è certo che sono tantissimi i giovani che scelgono l’Istituto Alberghiero, il più gettonato dopo i licei. Giovani che si stanno preparando per avere un ruolo nella ristorazione, dal bartender allo chef.
“Se in tanti chiudono i battenti nei primi tre anni di vita la strada a quanto pare non sembra ancora ben tracciata – sottolinea Gian Battista Piana, direttore Confesercenti Sardegna – le tasse per queste attività rappresentano un macigno. Come ad esempio la Tari, che in città come Cagliari e Nuoro ma in generale in tutta la Sardegna, rappresenta un costo pesantissimo. E di sicuro farebbe tanto anche la formazione preventiva, ma anche quella continua. È un settore molto difficile in cui la preparazione, la competenza e la professionalità sono tutto.”











