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Un “no” netto alle barriere in plexiglass e alle visiere per gli alunni, quello che arriva da Silvia Messori, da dieci anni insegnante sarda alle scuole medie, ultima cattedra a Portoscuso. Il rischio di possibili nuovi contagi da Coronavirus si può evitare “mantenendo le distanze di sicurezza e utilizzando le mascherine e i dispositivi di protezione che, spero, ci forniranno”. Settembre è quasi dietro l’angolo, il tempo corre: “Bisogna ridurre il numero degli alunni nelle classi, arrivano da tre mesi di isolamento e hanno voglia di riprendere i contatti con i compagni e con noi insegnanti, la scuola è anche contatto, il plexiglass non risolve i problemi”, sostiene la professoressa. Tra i dieci e i quattordici anni, soprattutto, “tutti i ragazzi hanno bisogno di un contatto con gli adulti e sono loro stessi in fase di crescita”.
“Un ragazzo non sta seduto per cinque ore con la testa dentro una scatola, è negativo e fuori luogo. Sembra che il Governo non abbia mai visto bambini o non abbia mai avuto un confronto con gli adolescente, i giovani non stanno fermi dentro dei cubi anche perchè quel tipo di didattica non la facciamo più da decenni”.