L’allarme in Sardegna: “Pensioni da fame per giovani, precari e donne: sono i poveri del futuro”

La trattativa tra Governo e sindacati è fallita. Sale la tensione in Sardegna. Piddiu, Cgil: “Quota 100 scade a dicembre. Rischiamo il ritorno alla Fornero e l’allungamento di botto dell’età pensionabile a 67 anni. Non c’è nulla per precari e giovani che rischiano di diventare i poveri di domani. Siamo pronti allo sciopero generale”


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Il 31 dicembre scade Quota 100 e, senza misure alternative, si torna alla legge Fornero e all’allungamento di botto all’età pensionabile a 67 anni. La trattativa tra Governo e sindacati è fallita, il premier Draghi ha abbandonato l’incontro che si è concluso con un nulla di fatto. E cresce la tensione nel mondo del lavoro. Cgil, Cisl e Uil chiedono una riforma che tenga conto delle esigenze dei giovani, dei precari e delle donne. E si prepara allo sciopero generale. “In realtà forse in questo momento è esagerato parlare di trattativa, dopo varie sollecitazioni c’è stato un incontro con Draghi altri ministri Orlando, Franco, ecc, ma che non ha prodotto un esito positivo”, dichiara Samuele Piddiu, segretario regionale della Cgil, “il premier ha abbandonato la riunione in corso, non l’ha nemmeno conclusa. Non sono stati affrontati nel dettaglio i termini sulla problematica delle pensioni. Ci sono 600 milioni da destinare a delle misure per fronteggiare gli effetti del superamento di Quota 100 che scadrà il 31 dicembre, ma non c’è una vera e proposta alternativa. Saranno ancora incentivate misure tampone come Ape sociale e Opzione donna che riguardano però casi limitati, ma non ci sono nuovi strumenti e nemmeno nuove misure. Anche le voci come Quota 102 e Quota 104 non sono reali, sono delle boutade che circolano, ma che non hanno trovato fondamento nelle proposta avanzata dal Governo ai sindacati. Ma soprattutto non c’è intenzione di parlare di riforma strutturale della materia pensionistica. E non c‘è nulla per i giovani, per i precari e per le donne e per i lavori usuranti”.

 

 

“Nei prossimi giorni”, aggiunge, “ci sarà un nuovo incontro. Ma di fatto, ad oggi, se scade quota 100, e se non intervengono misure alternative, e si rischia il ritorno alla legge Fornero tout court. E anche in Sardegna, al pari di quello che accadrebbe a tutto il resto del paese, i nostri lavoratori vedrebbero allontanarsi l’età pensionabile a 67 anni di età, a prescindere dai contributi versati. Un allungamento di botto a 67 anni, l’età dell’uscita verso la pensione più alta d’Europa”.

 

 

Giovani e precari. Piddiu dice sì alla proposta di Grillo sul riscatto gratuito degli anni della laurea, ma chiede “una vera e propria una riforma che tenga conto del problema dei giovani e dei precari. Dobbiamo introdurre un’età di principio, che noi individuiamo nei 62 anni, per poter in pensione (con flessibilità per chi invece vuole trattenersi al lavoro) per dare una risposta immediata a chi oggi è nell’incertezza. L’altro tema è quello dei giovani. Per un giovane lavoratore entrato nel mondo lavoro nei tempi della precarietà dove non c’è stata continuità lavorativa, la pensione all’uscita può arrivare al 50 % dell’attuale retribuzione, vuol dire fare oggi i poveri di domani. Noi pensiamo che servano clausole di salvaguardia come le pensioni di garanzia che vuole: significa dire che di sotto di una certa cifra non si può scendere, anche al termine di un percorso lavorativo problematico e non continuativo, che consenta anche a chi sta entrando oggi di avere una previsione del proprio futuro che gli consenta di vivere dignitosamente”.

Donne. “E anche le donne sono penalizzate da questo sistema previdenziale. Perché  costrette al lavoro di cura che non viene riconosciuto ai fini previdenziali. Anche per loro pensiamo a clausole di salvaguardia”.

Lavori usuranti. E c’è poi il tema del lavoro usurante. “Serve chiarezza sui lavori usuranti con criteri definitivi”.

Sciopero generale. “Sì siamo pronti per lo sciopero”, conclude Piddiu, “la settimana prossima si terrà la riunione dei dirigenti nazionali per una valutazione complessiva dei rapporti col Governo. La manovra non ci soddisfa su tanti aspetti, compresi la riforma del fisco e degli ammortizzatori sociali. Gli impegni disattesi da parte del Governo ci portano da subito a proclamare un’iniziativa per spostare l’attenzione dell’Esecutivo verso il mondo del lavoro, bistrattato da questa manovra finanziaria”.


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