Dieci anni di reclusione: è questa la pena richiesta oggi dalla procura al termine dell’udienza preliminare nei confronti della trentenne accusata di aver tentato di uccidere il figlio appena nato, abbandonandolo sotto un’auto parcheggiata per strada, lo scorso 18 ottobre a Osilo, nel sassarese. Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato davanti al gup. La difesa ha chiesto la derubricazione del reato da tentato omicidio ad abbandono di minore, sottolineando l’assenza di volontà omicida e la particolare fragilità psicologica della donna. Il giudice si pronuncerà sulla vicenda il prossimo 9 luglio. Secondo la ricostruzione dei fatti, quella mattina la giovane aveva dato alla luce il bambino nella propria camera, nella casa di famiglia condivisa con la madre, all’oscuro della gravidanza. Poco dopo aveva avvolto il neonato e lo aveva lasciato sotto un’automobile, proprio davanti all’abitazione. Era stata la madre della donna, svegliata dal pianto, a trovarlo e ad allertare i soccorsi. Il piccolo, in evidente stato di ipotermia, era stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Sassari, dove i medici erano riusciti a stabilizzarlo. Anche la madre era stata ricoverata, e poi arrestata con l’accusa di tentato omicidio. Il gip, nei giorni successivi, aveva derubricato il reato, disponendo la scarcerazione della donna, ma il Riesame aveva accolto il ricorso del pubblico ministero, ripristinando l’imputazione più grave ma senza ritenere necessaria una nuova custodia cautelare.