Parcheggio interrato a Castello: Legambiente chiede incontro con Zedda

L’Associazione ambientalista: “Siamo vivamente preoccupati per l’avvenuta assegnazione della gara d’appalto per la realizzazione del parcheggio interrato sotto le mura. Chiediamo un incontro urgente con il Sindaco. “


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Legambiente richiede un incontro urgente con il Sindaco di Cagliari. Il motivo? La recente gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori per la realizzazione del sistema coordinato e di parcheggi di scambio nel centro storico Cammino Nuovo. 
 
“Siamo vivamente preoccupati da questa notizia e considerata l’importanza della questione – si legge nella nota stampa- chiediamo urgentemente un incontro al fine di meglio esporre le nostre argomentazioni e sviluppare un confronto proficuo per la ricerca di una soluzione”.
Queste le preoccupazioni dell’associazione ambientalista: “Sul progetto di riqualificazione dell’area del Cammino Nuovo ed il previsto Parcheggio di scambio abbiamo già a suo tempo presentato le nostre osservazioni, che ponevano due condizioni irrinunciabili: la salvaguardia dell’integrità del complesso monumentale costituito dal sistema delle mura e lo scavo per inserire il parcheggio interrato limitato al “solo il terreno di riporto e non incidere la roccia viva”. Sempre nell’intento di contribuire in modo costruttivo al dibattito culturale intorno al progetto, mantenendo fermo il complesso delle osservazioni già presentate, vogliamo aggiungere ulteriori considerazioni a seguito di un approfondimento dell’insieme della nuova documentazione. Da un’attenta analisi delle relazioni che corredano il progetto preliminare, ed in particolare da quelle che sono state recentemente elaborate a seguito di nuove indagini integrative, richieste dagli uffici della Regione Sardegna, si evince che la realizzazione del parcheggio interrato comporta ingenti opere di scavo, sia sul terreno di riporto sia sulla roccia, ed indispensabili strutture di sostegno che andrebbero ad intaccare l’integrità delle mura cinquecentesche. L’esito delle indagini integrative e le corrispondenti relazioni di analisi, hanno fatto emergere, a nostro parere, una serie nuova di questioni inerenti la stabilità del complesso basamento roccioso e mura soprastanti, che costituiscono un insieme ben assestato e consolidato, oltre che un unicum di straordinario valore monumentale e paesaggistico. Infatti la relazione geotecnica indica la necessità di realizzare, in via preliminare agli scavi, opere di consolidamento dell’intero paramento murario mediante un sistema di tiranti metallici trasversali, da ancorare sia in profondità, nella roccia viva, sia sul paramento esterno, con piastroni metallici, presumibilmente da rendere tra di loro solidali. A questo si aggiunga che le opere di scavo non potranno prescindere dalla realizzazione di una struttura complessa in cemento armato tipo “berlinese”, da infiggere a filo delle mura con scavo completamente in roccia fino a 15 metri di profondità ed a sua volta con necessità di ancoraggio alla roccia retrostante mediante un numero elevato di tiranti metallici trasversali. Quindi le strutture previste (tiranti sul paramento delle mura e berlinese con un’altra serie di tiranti) determinerebbero una marcata alterazione delle basi strutturali del complesso paesaggistico costituito dalla base geomorfologia e dalla soprastante fortificazione muraria, come ad oggi configuratosi ed assestatosi, con conseguenze reali a lungo termine non facilmente ipotizzabili. L’intervento previsto contempla infatti sia lo scavo in roccia sia la rimozione di terreno di riporto, accumulato o depositato anche in epoca storica, la qual cosa comporta anche scavo archeologico di tipo stratigrafico. In tale terreno si potrebbero incontrare anche resti di strutture murarie antiche, ovvero manufatti di interesse storico, non sempre asportabili. Emerge inoltre la previsione di scavare la roccia (tramezzario) per un grande volume, con effetti non facilmente preventivabili: le vibrazioni dello scavo meccanico possono causare cedimenti nella roccia, la porzione di roccia rimossa depaupera la resistenza all’appoggio del muro soprastante, la sede di imposta del detto muro sarebbe alterata, così come il quadro statico complessivo. Inoltre lo scavo in roccia risulta prevalente nel complesso dell’intero volume di scavo necessario ad inserire il parcheggio multipiano. La roccia destinata ad asportazione per frantumazione e scavo potrebbe, altresì, contenere cavità (naturali e artificiali) nonché corpi idrici sotterranei, il cui assetto risulterebbe sconvolto dalle operazioni, potendo causare ulteriori squilibri e dissesti anche importanti, ed anche nel lungo termine.
 
“In sostanza la proposta progettuale prevede che il più importante ed imponente monumento della città, costituito da oltre 2 km di sistema fortificato, di cui i bastioni di S. Croce rappresentano il settore più integro, configurando una struttura paesaggistica unica, caratterizzata dal portato storico delle migliori tecniche costruttive del 1300, del 1500 e del 1800 venga trasformata in un complesso che si reggerà grazie all’impiego delle nuove tecnologie, ma invasive. Tutto ciò premesso e considerato, dalle nuove indagini si rileva, a nostro parere, che le opere in progetto, nonostante l’impegno migliorativo profuso, appaiono ancora così impattanti da comportare seri rischi di alterazione dell’equilibrio geomorfologico e compromissione dell’integrità del complesso monumentale, architettonico e paesaggistico. Soprattutto vorremmo lasciare in eredità alle future generazioni un complesso fortificato integro e migliorato rispetto allo stato attuale. Pertanto, applicando il principio di precauzione, raccomandato dalla UE in casi analoghi e ritenendo che i rischi superino notevolmente i vantaggi della realizzazione di un parcheggio interrato, esprimiamo la nostra contrarietà all’intervento così come si configura dagli elaborati integrativi e proponiamo una radicale rielaborazione del progetto che passa per una generale programmazione del sistema della mobilità in città e nei quartieri storici in particolare.”


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